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Il punto sulla produzione edilizia: risultati e speranze

I dati sulla produzione edilizia del 2018 segnalano una crescita circoscritta ma servono ingenti risorse per far ripartire il sistema costruttivo italiano, mentre più di 600 cantieri giacciono fermi in tutta la penisola.

I dati ISTAT sull’andamento della produzione edilizia nel 2018 rilevano un timido incremento dello 0,2% nel mese di dicembre, che tuttavia non riesce insieme al mese di novembre a risollevare le sorti del quarto trimestre dell’anno, che chiude in negativo a – 0,8%.

Tuttavia, si deve evidenziare che ad oggi i cantieri producono ancora il 31% in meno rispetto al 2010 e che per recuperare il profondo gap creatosi negli anni di recessione e crisi del settore – con crolli anche a due cifre registrati nel 2012 e 2013 – servirebbero investimenti e spese cospicui.

L’ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili – ha censito negli ultimi mesi più di 600 opere bloccate nel nostro Paese, per una “perdita” complessiva di circa 36 miliardi di euro che potrebbe anche triplicare se si considerassero le ricadute sull’intero sistema economico italiano. Attraverso la propria iniziativa legata al sito www.sbloccacantieri.it, ANCE ha voluto denunciare la pericolosa situazione di inattività alla quale è sottoposto l’intero comparto dell’edilizia; a condividere il medesimo destino di chiusura o abbandono sono infatti sia le grandi opere – un esempio fra tutte la TAV Torino-Lione – sia le opere minori che tanto impatto hanno sulle comunità locali e provinciali – basti pensare ai cantieri fermi di ospedali, scuole, strade e ponti.

A pesare ancor di più sul settore delle costruzioni – che secondo le stime dell’Associazione coprirebbe il 22% del PIL nazionale, includendo nel calcolo non soltanto la produzione vera e propria, ma anche la filiera dei materiali e il campo della compravendita immobiliare – sono i mancati investimenti promessi dal Governo e le procedure burocratiche farraginose che spesso inibiscono fluidità e velocità del processo costruttivo.

In seguito alle proteste veementi del settore edile, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha convocato nelle scorse settimane i rappresentanti dei costruttori annunciando un decreto legge “sblocca-cantieri” che anticipi la pubblicazione del nuovo Codice Appalti e funga da sostegno attivo per la ripresa del comparto. Il Presidente di ANCE Gabriele Buia si è detto soddisfatto delle intenzioni del Ministro ma ora si attendono azioni concrete volte alla semplificazione delle procedure e delle norme, al sostegno alle imprese e alla riapertura dei cantieri per il tramite di investimenti ingenti.

Il tema è uno dei più dibattuti negli ultimi mesi, tra le varie proposte avanzate al momento spiccano la possibile reintroduzione dell’appalto integrato, l’introduzione della progettazione semplificata anche per la manutenzione straordinaria, la gestione più trasparente dei subappalti e l’obbligo di mantenere la progettazione esecutiva per mandare a gara un’opera.

La situazione del comparto costruttivo rimane quindi ancora molto incerta e si dovranno attendere le prossime iniziative del Governo per comprendere se sarà possibile aspirare ad una crescita significativa nel corso del 2019, considerando che si tratta del secondo anno consecutivo di crescita (sia pur infinitesimale) dopo i sette anni di cali registrati nell’ultimo decennio.