10 Aprile 2024

ASACERT E LA VALIDAZIONE DEI REPORTING DI SOSTENIBILITÀ: TRASPARENZA E CONFORMITÀ

Il Reporting di Sostenibilità è la pratica che consente di misurare, divulgare e rendere conto agli stakeholder interni ed esterni delle performance organizzative verso l’obiettivo dello sviluppo sostenibile. La validazione dei Reporting di Sostenibilità (o bilanci di Sostenibilità) consiste nella verifica della corrispondenza dei dati e delle informazioni riportati sul documento redatto dall’Organizzazione, con criteri definiti a livello nazionale o internazionale.

Un Report di sostenibilità presenta anche i valori e il modello di governance dell’Organizzazione e dimostra il legame tra la sua strategia e il suo impegno per un’economia globale sostenibile.

IL REPORT

Il Report di Sostenibilità non è solo un documento consuntivo che mostra i risultati raggiunti dall’azienda durante un dato anno di esercizio. È anche uno strumento che mette in relazione le performance economico-finanziarie con gli obiettivi dichiarati in ambito sociale e ambientale. Il suo obiettivo è quello di contribuire a misurare l’impatto sull’ambiente dell’attività dell’azienda, oltre che a rendicontare i risultati ottenuti. La direttiva numero 95 del 2014 (2014/95/UE), recepita alla fine del 2016 da parte del Parlamento e del Consiglio europeo, ha reso questo il bilancio obbligatorio.

Dal 1° gennaio 2024, la Corporate Sustainability Reporting Directive (“CSRD”) obbliga, a partire dalle società di maggiori dimensioni, non solo a pubblicare il Report (o bilancio) di sostenibilità, sulla base degli European Sustainability Reporting Standards (“ESRS”) – entrati in vigore il 25 dicembre 2023 – ma anche a rivedere la propria corporate governance, affinché sia allineata ai princìpi di sostenibilità espressi dalla normativa.  La CSRD rafforza, dunque, le norme di rendicontazione di sostenibilità societaria per gli aspetti ambientali, sociale e governance a favore della trasparenza informativa.

CHI DEVE PRESENTARE IL REPORTING DI SOSTENIBILITÀ

Nello specifico, le imprese elencate nel D.Lgs 39/2010 che, per visibilità e importanza economica, sono soggette a specifiche forme di revisione legale, ad es. le società quotate in borsa, le banche, le imprese di assicurazione, con un numero di dipendenti superiore a 500 e riportanti uno stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro o ricavi di almeno 40 milioni di euro, sono tenute a redigere la dichiarazione non finanziaria, soggetta a verifica da parte di un soggetto autorizzato ad effettuare la revisione legale del bilancio. Inoltre, il Decreto, prevede che anche le imprese non sottoposte all’obbligo come le PMI possano presentare una tale dichiarazione in forma volontaria e semplificata: le dichiarazioni delle imprese con meno di 250 dipendenti, a differenze delle altre, possono essere considerate in conformità con la normativa senza soggiacere alle disposizioni sui controlli. Impattando sull’Organizzazione aziendale, i significativi cambiamenti in materia di sostenibilità richiedono, inoltre, alle società di condurre sempre più frequenti e analitiche attività di risk assessment e gap analysis volte a garantire, tanto in ottica di compliance normativa quanto di efficientamento dei processi aziendali, un Modello 231 idoneo a prevenire il rischio di commissione di reati rilevanti ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001 da parte dei propri direttori, managers, rappresentanti e dipendenti.

Di certo la CSRD ha reso obbligatoria la verifica delle informazioni riportate nel report da parte di soggetti indipendenti. La Direttiva prevede, infatti, che la revisione del report di sostenibilità venga effettuata da un accreditato «statutory auditor», prevedendo altresì un obbligo di rendicontazione secondo standard definiti dall’Unione Europea, gli ESRS. Ciò al fine di armonizzare la rendicontazione di sostenibilità in Europa e, di riflesso, assicurare la comparabilità delle informazioni comunicate dalle varie imprese.

Le PMI Italiane spesso ritengono che la sostenibilità sia parte integrante del proprio business. Ciò nonostante, le questioni di sostenibilità non sono ancora integrate completamente nella governance e nella strategia aziendale, evidenziando così la necessità di intervenire per colmare le lacune.

PERCHÈ ASACERT

ASACERT, in qualità di Ente accreditato, attraverso il nuovo servizio di validazione del processo di reporting di sostenibilità, è in grado di supportare un’Organizzazione nell’identificazione dei propri impatti significativi per l’economia, l’ambiente e la società, secondo standard globalmente riconosciuti.