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Dichiarazione Non Finanziaria: non solo cifre nel bilancio aziendale

La nuova normativa introdotta con il D. Lgs. 254/2016 prevede l’obbligo da parte delle grandi società di presentare una rendicontazione di carattere non finanziario per mettere “a bilancio”, non soltanto l’aspetto monetario, ma anche i cosiddetti intangible asset legati alla gestione di questioni ambientali, etiche e sociali.

In attuazione della Direttiva Europea 2014/95/UE in Italia è stato introdotto il Decreto Legislativo n. 254 del 30 dicembre 2016 che rende obbligatoria per le grandi aziende la presentazione della Dichiarazione Non Finanziaria (DNF). Il decreto prevede l’introduzione di un fattore di ammodernamento altamente rilevante nella comunicazione d’impresa, poiché impone di dichiarare non soltanto i propri bilanci, ma anche i valori relativi a temi non strettamente monetari. L’intento del provvedimento è quello di valorizzare gli intangible asset aziendali, mettendo in luce le strategie attuate dalle singole imprese in campi di importanza cruciale, come la sostenibilità ambientale e la lotta alla corruzione.

Il D. Lgs. 254/2016 prevede l’obbligo di presentare la rendicontazione individuale di carattere non finanziario per tutte le imprese di interesse pubblico che rispondano ai seguenti criteri:

  • Società che abbiano avuto in media nell’ultimo anno più di 500 dipendenti;
  • Società che alla data di chiusura del bilancio abbiano raggiunto uno stato patrimoniale totale di almeno 20.000.000 di euro, oppure un totale dei ricavi netti di almeno 40.000.000 di euro.

Tuttavia, anche le piccole e medie imprese possono decidere di presentare in modo volontario la DNF e, in questi casi, è prevista la compilazione della Dichiarazione Non Finanziaria in forma semplificata.

Come precedentemente indicato dalla Direttiva 2014/95/UE, i contenuti delle informazioni comunicate nella DNF devono riguardare temi sociali, ambientali, etici, relativi al personale e al rispetto dei diritti umani; nella dichiarazione devono essere chiaramente esposte tutte le informazioni necessarie a comprendere quali siano le politiche attuate dall’azienda in questi campi e con quali criteri esse vengano realizzate. Ad assumere importanza ai fini della compilazione del documento è il cosiddetto “principio di materialità”, il quale prevede che l’impresa comunichi le informazioni rilevanti in base al proprio business, alle proprie strategie, alle volontà degli azionisti e al contesto in cui opera.

Ogni intangible asset rendicontabile all’interno della Dichiarazione Non Finanziaria riguarda l’implementazione di sistemi di gestione quali sicurezza sul lavoro, anticorruzione, qualità e ambiente, tutti certificabili secondo standard riconosciuti internazionalmente e perciò quantificabili in termini di valore aziendale. Nel Decreto vengono elencate le aree obbligatorie per le quali è necessario comunicare le proprie attività, ogni società poi è libera di scegliere lo standard di rendicontazione e i key performance indicator più adatti. Sostanziali nella compilazione sono le informazioni riguardanti:

  1. Risorse energetiche utilizzate;
  2. Emissioni inquinanti prodotte;
  3. Impatto sull’ambiente e sulla salute calcolato in base a fattori di rischio personalizzati;
  4. Aspetti sociali e di gestione del personale impiegato;
  5. Rispetto dei diritti umani;
  6. Strumenti per contrastare la corruzione attiva e passiva.

Dunque, la presentazione della DNF sposta su un piano di interesse del tutto nuovo questioni di importanza cruciale per il futuro dell’economia, spingendo grandi società e PMI a comprendere il peso che possono avere anche i beni intangibili nella gestione aziendale e nella valorizzazione del proprio business.