“Si chiamerà Genova San Giorgio e tutta l’Italia ha partecipato alla sua ricostruzione, per questo parlo di Modello Italia.” Le parole del Sindaco Bucci, il Commissario straordinario per la ricostruzione.
A 2 anni da quel 14 agosto 2018, quando un tratto del viadotto del Ponte Morandi, crollava portando con sé la vita di 43 persone, la prima auto a transitare sul ponte Genova San Giorgio, il 3 agosto, è quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla carreggiata lato mare: il luogo scelto per il taglio del nastro, dopo la curva in uscita dalla galleria di Coronata. E poi il Presidente del Consiglio e, infine, le Frecce Tricolori, uno dei simboli italiani più apprezzati nel mondo.
Al massimo entro il 5 agosto, il ponte sarà aperto al traffico.
Inaugurato nel ’67, serviva a collegare la A10 (Genova – Ventimiglia) con la A7 (Milano – Genova), un punto nevralgico per la città di Genova, oggi si riparte dalla consapevolezza che è necessario creare strategie che sappiano mettere in campo prospettive di riconversione industriale, di innovazione tecnologica in chiave ambientale. Il commissario straordinario per la ricostruzione e sindaco Marco Bucci aveva promesso ai genovesi che avrebbero rivisto il ponte entro Natale ma, gli eventi intercorsi, non hanno lasciato spazio a critiche sulla tempistica.
1.067 metri di acciaio sorretti dai 18 piloni a 40 metri di altezza. Il nuovo ponte è un concentrato di design, ecosostenibilità e avanguardia: “Semplice e parsimonioso, ma non banale. Sembrerà una nave ormeggiata nella valle; un ponte in acciaio chiaro e luminoso. Di giorno rifletterà la luce del sole ed assorbirà energia solare e di notte la restituirà. Sarà un ponte sobrio, nel rispetto del carattere dei genovesi.” queste le parole di Renzo Piano, il celebre architetto genovese che l’ha disegnato.
La riduzione dell’impatto ambientale e l’ecosostenibilità in tema di opere infrastrutturali, non può che essere il nuovo approccio responsabile all’edilizia. Fa scuola, in quest’ottica green, senza trascurare la sicurezza secondo le più moderne tecniche in tema di ingegneria, il nuovo Ponte San Giorgio, dotato di sistemi di automazione robotica e sensoristica per il controllo infrastrutturale e manutentivo. Presente anche uno speciale sistema di deumidificazione per evitare la formazione di condensa salina e limitare i danni da corrosione.
L’impatto ambientale sarà contenuto grazie ai pannelli fotovoltaici, che produrranno l’energia necessaria per il funzionamento dei suoi sistemi (illuminazione, sensoristica, impianti) 24 ore su 24. Una banca dati che potrà essere studiata e monitorata costantemente, sarà utilizzata come base per la progettazione futura di infrastrutture della stessa tipologia.
Ben 4 robot lo renderanno ancora più sicuro. Progettati dall’Istituto italiano di tecnologia e realizzati dal Gruppo Camozzi su commissione di due aziende del Gruppo Fincantieri, due si occuperanno dell’ispezione della superficie inferiore dell’impalcato e dell’elaborazione dei dati per la determinazione di eventuali anomalie, gli altri due puliranno le barriere antivento e i pannelli solari. Questo sistema robotico di ispezione è il primo al mondo automatico.
PERGENOVA S.C.p.A (società costituita da Fincantieri Infrastructure e Salini Impregilo), ha scelto ASACERT per condurre le attività di Controllo Tecnico in corso d’opera.
Ad ASACERT il delicato quanto cruciale compito di verificare la qualità del progetto e delle opere, anche attraverso il monitoraggio dei rischi assistendo, peraltro, ai collaudi. Tutte attività propedeutiche ai fini del rilascio della Polizza Decennale Postuma.
Nello specifico gli obiettivi del Controllo Tecnico eseguito dai tecnici esperti ASACERT sono:
– Valutare il rischio connesso alla copertura assicurativa con riferimento a possibili eventi di rovina parziale o totale delle opere e gravi difetti costruttivi;
– Ottenere adeguate garanzie relativamente al raggiungimento dei livelli qualitativi fissati dal Committente, dalle regole e dalle norme tecniche vigenti applicabili al progetto;
– Minimizzare i rischi indesiderati di non qualità;
– Assicurare un’adeguata durabilità e manutenibilità delle opere da realizzare.
A Genova, la ricostruzione del ponte Morandi ha corso veloce la sua gara, alleggerita della zavorra burocratica. Un caso che fa scuola. Regole ad hoc, poche parole e molti fatti. Il decreto-Genova (legge dello Stato del 15 novembre 2018): pochissime modifiche parlamentari, iter procedurale semplificato, un commissario unico per la ricostruzione.
Fabrizio Capaccioli
MD ASACERT
“Il ponte sul Polcevera, Genova San Giorgio, rappresenta oramai un’opera dal grande valore simbolico. Una sorta di monumento alla capacità di ricostruirsi dalle proprie ceneri. Un’icona, fatta di voglia di ripartire, di rialzarsi, di tirare su la testa. Un ponte tra ciò che di drammatico ci lasciamo alle nostre spalle e la visione di un futuro fatto di concretezza, capacità, resilienza e sostenibilità. Siamo orgogliosi come ASACERT, di aver contribuito alla realizzazione di questa che è una delle infrastrutture di ingegneria più all’avanguardia del mondo. C’è una parte del DNA di tutti noi in quest’opera, oggi inaugura la nuova Italia.