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18.09.2020. Firmato il decreto che dispone l’erogazione dei finanziamenti e fissa le procedure per la presentazione delle proposte per il “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”.
Si parla di 853 milioni fino al 2033 per l’edilizia residenziale sociale e i progetti dovranno essere presentati entro 120 giorni dalla pubblicazione del bando.
La ratio del Programma risiede nel concorso alla riduzione del disagio abitativo e insediativo, con particolare riferimento alle periferie, all‘incremento della qualità dell’abitare e di parti di città, attraverso la promozione di processi di rigenerazione di ambiti urbani specificamente individuati.
LE LINEE GUIDA:
- riqualificazione e riorganizzazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale e incremento dello stesso;
- ripensamento delle funzioni di aree, spazi e immobili pubblici e privati anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socioeconomico e all’uso temporaneo;
- miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani e della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbane locali;
- rigenerazione di aree e spazi ad alta tensione abitativa già costruiti, incrementando la qualità ambientale, migliorandone la resilienza climatica, anche attraverso l’uso di opere di densificazione;
- ricerca e implementazione di modelli e mezzi innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano nonché di processi partecipativi, anche finalizzati all’autocostruzione.
CHI PUÒ USUFRUIRNE
Il Programma si rivolge alle Regioni (anche come soggetti aggregatori di strategie di intervento coordinate con i Comuni), alle città metropolitane e ai comuni con più di 60.000 abitanti e consente di presentare fino a 3 proposte per uno o più specifici ambiti del proprio territorio. È stabilito che “verrà assicurato il finanziamento di almeno una proposta per ciascuna Regione di appartenenza del soggetto proponente e il 34% delle risorse complessive sarà prioritariamente destinato a interventi collocati nelle regioni del Mezzogiorno”.
Contributo massimo per ogni proposta è di 15 milioni di euro.
CRITERI
“intervenire concretamente nelle aree periferiche particolarmente esposte al disagio abitativo e socioeconomico, al fine di incrementare legami di vicinato e inclusione sociale, ma anche di valorizzare il territorio con soluzioni ecosostenibili di bioarchitettura che possano trasformare queste aree urbane in buone pratiche nell’ambito della sicurezza sismica, della gestione della raccolta dei rifiuti e del riciclo dell’acqua”. Sono ammesse a finanziamento anche le proposte cosiddette “Pilota”, vale a dire quelle ad alto impatto strategico sul territorio nazionale, da cofinanziarsi anche con eventuali ulteriori risorse, ivi comprese quelle di cui al Recovery Fund, come da eventuali indicazioni europee e nazionali, in quanto orientati all’attuazione del Green Deal e della Digital Agenda.
Entro 120 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta si dovranno presentare le domande, mentre si prevede che entro la prossima primavera verranno erogati gli acconti della Fase 1.
La Direzione Generale dell’Edilizia statale e gli interventi speciali del Mit, competente per l’attuazione del Programma, entro il 31 gennaio di ogni anno, predisporrà una relazione annuale al Parlamento, sullo stato di avanzamento delle proposte ammesse a finanziamento.
FASI DELLA PRESENTAZIONE:
– Fase 1: trasmissione di una Proposta complessiva preliminare indicante la strategia nel suo complesso e l’insieme di interventi atti a raggiungere le finalità prescritte e che saranno esaminati dall’Alta Commissione secondo specifici criteri;
–Fase 2: successivamente all’ammissione delle proposta, è prevista la trasmissione complessiva finale, indicante lo stato di avanzamento della stessa.
“Dobbiamo ridurre velocemente le attività che impattano sull’ambiente e porre un freno alla domanda delle risorse. Aumentare la cultura della sostenibilità e del costruire con materiali che possano rientrare nell’economia circolare. Il Green Deal europeo così come il Green New Deal italiano, rappresentano una sfida anche per il mondo della riprogettazione urbana e della valorizzazione della nostre periferie. Anche l’architettura bioecologica può giocare un ruolo chiave, vuol dire utilizzare materiali sostenibili.” Così Fabrizio Capaccioli – AD ASACERT. “Costruire e, nel caso del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, ricostruire città smart, sostenibili e resilienti è possibile solo attraverso singoli progetti che concorrano ad obiettivi comuni, sotto il profilo dell’efficacia dell’investimento, del rispetto ambientale, della riduzione del rischio climatico, della durabilità e del miglioramento della qualità della vita. Questa la visione di ASACERT, che sostiene da vent’anni la diffusione della sensibilità sui temi dell’efficientamento energetico e della sostenibilità. Oggi business e sensibilità ambientale vanno di pari passo con un upgrade della qualità della vita di tutti noi. Oggi si deve, oggi finalmente si può”.
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