Entrano in vigore le nuove tutele a favore degli acquirenti di immobili in costruzione introdotte con il Decreto Legislativo n. 14/2019 “Codice della crisi d’impresa” che modifica il D.Lgs 122/2005.

Il nuovo Decreto n. 14/2019, entrato in vigore lo scorso 15 marzo, presenta innovazioni importanti pensate al fine di migliorare le tutele a favore dell’acquirente e la qualità imprenditoriale, introducendo il concetto di garantibilità del costruttore. 

Per il costruttore le novità principali sono due:

  • l’obbligo di consegnare all’acquirente una fidejussione, che garantisca il rimborso di tutte le somme pagate o da pagare prima del trasferimento definitivo della proprietà, in caso di crisi dell’impresa di costruzione
  • l’obbligo di consegnare all’acquirente, al momento del trasferimento della proprietà, una polizza assicurativa di durata decennale (cd. decennale postuma) che garantisca il risarcimento dei danni materiali e diretti all’immobile, derivati dalla rovina totale o parziale o da gravi difetti di costruttivi dell’opera.

È stato inoltre introdotto l’obbligo di stipula del contratto preliminare con un atto pubblico o con un scrittura privata autenticata; in questa occasione il notaio è tenuto a verificare il rilascio della fidejussione e dell’assicurazione decennale postuma.

In caso di mancata consegna della polizza, il notaio non procederà a ricevere l’atto e l’acquirente può recedere dal contratto ottenendo dall’impresa di costruzione (o dalla banca che ha rilasciato la fidejussione) il rimborso di quanto già pagato al costruttore. 

ASACERT, Organismo d’ispezione accreditato, vanta un’esperienza pluriennale nel campo ispettivo ed è in grado di garantire il controllo tecnico di tutte le fasi di costruzione di un’opera, ai fini del rilascio della polizza decennale postuma, grazie ad un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

In occasione della Giornata mondiale del riciclo, ricorsa ieri 18 marzo, parliamo di economia circolare, dell’importanza delle certificazioni e del Regolamento UE 333/2011 – cosiddetto “End of Waste”

Il primo Rapporto di Sostenibilità realizzato da Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, evidenzia una situazione ben distante dall’immaginario comune della fonderia che inquina e produce un impatto negativo sull’ambiente.

“Il nostro settore – sottolinea il presidente di Assofond Roberto Ariotti – mette in pratica da sempre un meccanismo di economia circolare molto avanzato: è grazie alle fonderie e alla loro tecnologia, infatti, che buona parte dei materiali metallici giunti a “fine vita” viene riciclata e riutilizzata per realizzare nuovi prodotti”.

I numeri del Rapporto di Sostenibilità parlano chiaro:

  • 1000 – le fonderie presenti in Italia
  • 28.000 – le persone impiegate
  • 75% – la percentuale di materiali di recupero utilizzata in sostituzione della materia prima vergine
  • 95% – la percentuale di reimpiego degli scarti di produzione
  • 6 miliardi e mezzo di euro – il fatturato del settore, di cui il 64% destinato all’export
  • 10° – la posizione dell’Italia nel ranking mondiale della produzione di getti (prodotto finale del processo di fusione e colata)

Sempre nel Rapporto di Sostenibilità si evidenzia l’importanza delle certificazioni: l’86% delle imprese del settore ha un sistema di gestione della qualità certificato, con un progressivo incremento nell’implementazione di sistemi di gestione integrati, di maniera che gli obiettivi di qualità, attenzione all’ambiente e rispetto delle norme di salute e sicurezza dei lavoratori siano pienamente soddisfatti e in linea con le normative vigenti.

A seguito dell’emanazione del Regolamento UE 333/2011 – cosiddetto “End of Waste” (E.o.W.) – recante “i criteri che determinano quando alcuni tipi di rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti ai sensi della direttiva 2008/98/CE” (in G.U.U.E. L 94/2 del 08/04/11), la Comunità Europea ha definito le regole per cui i rottami di ferro, acciaio e alluminio, inclusi i rottami di leghe di alluminio, potranno essere considerati “Non Rifiuti” ed attraverso la definizione di corrette procedure di riciclo e recupero, essere classificati come “Materia Prima Secondaria (MPS)” o “Nuovo Prodotto” in previsione di un loro riutilizzo.

Per poter generare prodotti (ex MPS) e non rifiuti, a partire dal 9 ottobre 2011, tutti gli impianti, operanti sia con autorizzazione ordinaria sia in procedura semplificata, dovranno essere conformi alle prescrizioni previste dal Regolamento:

  • l’adozione di un sistema di gestione della qualità che preveda il controllo di accettazione dei rifiuti utilizzati, il monitoraggio dei processi e delle tecniche di trattamento, il monitoraggio della qualità dei rottami metallici ottenuti e l’efficacia del monitoraggio delle radiazioni;
  • la redazione e l’utilizzo sistematico di una dichiarazione di conformità per i prodotti generati dal recupero di rifiuti (predisposta per ogni lotto di rottami e trasmessa dal produttore al detentore successivo);
  • la qualifica e formazione del personale preposto al controllo e alla valutazione delle caratteristiche dei rottami metallici, inclusa la sorveglianza radiometrica;
  • la richiesta del rilascio dell’Attestato di Conformità al Regolamento ad un Organismo preposto alla valutazione della conformità di cui al Regolamento (CE) n. 765/2008.

ASACERT, Organismo di certificazione accreditato, vanta un’esperienza pluriennale nel campo delle certificazioni e da anni opera al fianco delle aziende offrendo un servizio di certificazione riconosciuto, obiettivo e completo relativo ai Sistemi di Gestione della Qualità, dell’Ambiente e della Salute e Sicurezza sul Lavoro.

Inoltre ASACERT, in qualità di Organismo riconosciuto a norma del Regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, è tra gli Organismi che possono rilasciare l’Attestazione che dichiara che il Sistema di Gestione della Qualità aziendale, predisposto ai sensi del Regolamento (UE) N. 333/2011, è conforme ai requisiti dello stesso.

 

Fonte: ASSOFOND_Rapporto_Sostenibilità_2017

 

In crescita continua l’export agroalimentare italiano che nonostante numerose difficoltà strutturali si conferma uno dei settori più attivi dell’economia nazionale. A preoccupare però sono ancora i numeri di Italian Sounding e contraffazione che nell’ultimo decennio hanno sfiorato i 100 miliardi.

Il Presidente di Federalimentare Ivano Vacondio ha di recente affermato che il settore dell’esportazione agroalimentare è cresciuto dell’81% negli ultimi 10 anni; tuttavia per riuscire a raggiungere la quota auspicata dei 50 miliardi di export dei prodotti alimentari servono nuovi accordi bilaterali con i maggiori partner commerciali della Penisola e soprattutto c’è bisogno di prese di posizione anche politiche a favore della produzione più autentica e contro il fenomeno dell’Italian Sounding e delle contraffazioni.

Ad oggi si calcola che il falso Made in Italy e la pirateria internazionale abbiano generato circa 100 miliardi di euro, con una crescita del 70% in 10 anni, a discapito del segmento dell’esportazione italiana ufficiale che a causa del fake italian continua a subire non soltanto un danno economico ingente, ma anche un pesante danno d’immagine dovuto alla commercializzazione di prodotti del tutto inadeguati rispetto agli standard produttivi.

Secondo alcune delle più importanti associazioni del settore food & beverage, tra le quali Federalimentare e Filiera Italia (realtà associativa nata sotto l’egida di Coldiretti), per sostenere la crescita economica dell’export agroalimentare servono misure immediate che permettano una più facile gestione degli scambi commerciali fra i diversi Paesi interessati. Una delle richieste più pressanti riguarda la facilitazione dell’accesso ai mercati internazionali che andrebbe semplificato in modo tale da permettere anche alle imprese più piccole di rispondere in modo esaustivo alla domanda di esportazione. Nonostante le numerose difficoltà con le quali il settore dell’export si trova a combattere, è chiaro che un progetto condiviso anche dalle autorità competenti che punti alla promozione del Made in Italy potrebbe rappresentare la risposta più adatta alla stagnazione interna del settore.

Complice anche la recente rivalutazione della dieta mediterranea – classificata al primo posto nel ranking Best Diet 2019 dallo U.S. News & World Report – l’attenzione per il mondo agroalimentare italiano è cresciuta ulteriormente. “All’estero, il nostro patrimonio enogastronomico è un’istituzione” ha detto Luigi Scordamaglia, Presidente del Centro Studi di Filiera Italia, focalizzando l’attenzione sull’importanza e il prestigio che la tradizione culinaria italiana detiene a livello internazionale e su come questoriconoscimento del “saper fare” possa rappresentare un vero e proprio volano per il brand enogastronomico italiano.

Secondo i dati raccolti da Filiera Italia, circa il 15% degli introiti derivanti dall’export del Made in Italy alimentare proviene dal settore della ristorazione, vera e propria punta di diamante per l’economia italiana all’estero. Per tutelare e sostenere gli esercenti che promuovono l’autenticità della tradizione culinaria del nostro Paese oltre i confini nazionali, ASACERT ha elaborato “ITA0039 | 100% Italian Taste Certification”, un protocollo specificamente pensato per salvaguardare non soltanto i consumatori – che grazie alla certificazione hanno la sicurezza di trovarsi in un ristorante italiano autentico – ma anche l’intera filiera produttiva. Tra gli elementi della check list analizzati dagli auditor di ASACERT, infatti, particolare rilievo viene dato alle materie prime utilizzate per la produzione dei piatti serviti e alla lista dei vini, ingredienti fondamentali per comporre il giudizio di autenticità che condurrà al conseguimento della certificazione.

Si realizza finalmente una storica convergenza, più volte auspicata anche da ASACERT: le associazioni che raggruppano banche e compagnie di assicurazione operanti in Italia, hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui si impegnano a facilitare l’accesso al credito e alle coperture assicurative per gli interventi relativi all’efficienza energetica e sismica degli edifici.

L’ABI – Associazione Bancaria Italiana e l’ANIA – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici hanno siglato nei giorni scorsi la “Dichiarazione per la valorizzazione degli immobili, al fine di migliorare l’efficienza energetica e ridurre gli impatti economici del rischio sismico”. L’iniziativa sintonizza il Paese con la strategia europea volta all’implementazione e allo sviluppo di un’economia verde e circolare, che abbia al proprio centro aspetti ambientali, sociali e di governance innovativi.

Per la prima volta, banche e assicurazioni sembrano andare nella direzione auspicata da tanti attori del mercato, ASACERT in primis, di “contribuire fattivamente – come precisano le due Associazioni nel testo della dichiarazione – in vista di un incremento della richiesta di rinnovamento degli immobili residenziali privati”.

Negli ultimi anni ASACERT si è più volte espressa, all’interno di consessi istituzionali e iniziative convegnistiche, a favore dello sviluppo di una sinergia tra mondo bancario, assicurativo e tecnico in grado di istituire un sistema premiante dei comportamenti virtuosi in tema di sostenibilità ambientale, efficientamento energetico, lotta agli sprechi e riqualificazione “green” degli edifici.

ASACERT è uno dei sei Organismi di Verifica Accreditati (OVA) da GBC Italia del Paese e rappresenta una delle realtà più dinamiche di questo mercato, avendo già all’attivo diversi progetti certificati con protocollo GBC HOME e facendosi promotore di diverse iniziative congiunte con GBC Italia. L’ultima in ordine di tempo, la partnership sull’evento “Innovative energy-environmental tools for sustainable energy governance in built cultural heritage” tenutosi a Ferrara lo scorso dicembre, durante il quale il Green Building Council, in collaborazione con UNESCO, ha presentato il protocollo GBC Historic Building, pensato per la tutela e la valorizzazione in ottica sostenibile del patrimonio storico-architettonico.

ASACERT ha sviluppato una vasta gamma di servizi specifici nel settore dell’efficientamento energetico e della sostenibilità ambientale; particolarmente rappresentative sono le esperienze maturate nell’ambito dei CAM (Criteri Ambientali Minimi), delle certificazioni energetiche e del protocollo LEED® – Leadership in Energy and Environmental Design Certification. Nel mese di febbraio, il Green Building Council ha nominato “progetto del mese” il Centro Direzionale Cavagnari – Green Life, Headquarters di Crédit-Agricole Cariparma, per il quale ASACERT ha condotto il duplice servizio di assistenza LEED® in fase di progettazione e costruzione e Commissioning di base.

Infine, ASACERT fornisce anche un servizio di accertamento tecnico per la verifica di immobili interessati da eventi sismici: tecnici altamente specializzati effettuano ispezioni in loco su edifici che hanno subito sollecitazioni sismiche e che si trovano in comuni terremotati. Sempre sul tema, ASACERT realizza inoltre verifiche tecniche preventive finalizzate alla valutazione del grado di rischio sismico esistente e alla mappatura del patrimonio architettonico.

Grandi cambiamenti in vista con l’avvicinarsi del 29 marzo 2019, data di uscita del Regno Unito dall’Europa; tuttavia, nel settore delle certificazioni restano invariati riconoscimento e validità dei certificati accreditati UKAS.

Ad un mese dalla data di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sono ancora molti i dubbi che tormentano il panorama politico e legislativo internazionale in merito agli accordi che verranno auspicabilmente stipulati tra il Governo di Londra e l’Europa.

Per quanto riguarda il settore delle certificazioni, uno dei core business del gruppo ASACERT, le relazioni con il Regno Unito si basano essenzialmente sugli accreditamenti UKAS – United Kingdom Accreditation Service – che per valore e copertura risulta essere uno degli organismi di accreditamento più importanti del mondo.

Al momento UKAS risulta firmatario degli accordi di Mutuo Riconoscimento IAF MLA a livello mondiale (International Accreditation Forum) ed EA MLA a livello europeo (European Accreditation), ciò significa che tutte le certificazioni rilasciate dagli Enti facenti parte di tali circuiti sono mutualmente riconosciute. Un certificato emesso in Italia da un organismo di certificazione accreditato in qualsiasi Paese del mondo, il cui organismo di accreditamento faccia parte di IAF MLA o EA MLA, risulta quindi equivalente ad un certificato emesso in Italia da un organismo di certificazione accreditato da ACCREDIA (Organismo di Accreditamento Italiano). È ACCREDIA stesso a promuovere questo riconoscimento bilaterale, in quanto, come UKAS, firmatario degli accordi internazionali.

A prescindere dalle modalità di uscita del Regno Unito dall’Europa, non ci sarà alcun cambiamento per quanto riguarda le certificazioni accreditate UKAS in Italia e nel mondo, poiché l’interesse a mantenere una comune linea di condotta nel settore delle certificazioni risulta decisamente prevalente all’interno degli organismi interessati. A tal proposito, l’11 febbraio scorso lo European Accreditation ha pubblicato un comunicato in cui afferma aver modificato il proprio statuto per permettere ad UKAS di far parte del circuito europeo almeno per altri due anni, durante i quali saranno rivisti i criteri di associazione di EA, al fine di garantire la partecipazione dell’organismo di accreditamento UK anche negli anni successivi.

Il gruppo ASACERT, che da tempo è attivo a livello internazionale nel settore delle certificazioni ed è presente anche sul suolo britannico con il proprio Corporate Office ASACERT UK a Manchester, garantisce ai propri clienti la piena continuità dell’attività certificativa e il perdurare della validità dei certificati in essere secondo le modalità espresse dagli organismi di accreditamento internazionali.

ASACERT ha concluso con successo i servizi di ispezione del nuovo polo logistico di Torrazza, realizzato da Engineering 2K e destinato ad uno dei maggiori player dell’e-commerce mondiale.

La costruzione del grande magazzino di stoccaggio e smistamento in provincia di Torino, conclusasi ad agosto 2018, rientra in un più ampio progetto di potenziamento delle strutture presenti sul territorio del Nord Italia da parte dell’azienda leader nel settore delle vendite online. La recente struttura è suddivisa in due edifici principali, il magazzino e la palazzina uffici, e copre complessivamente un’area pari a 60.000mq.

Ad ASACERT – che aveva già condotto per il medesimo committente attività di alta sorveglianza sul polo logistico di Casirate, in provincia di Bergamo – è stato affidato il compito di eseguire controllo tecnico e controllo qualità anche sul magazzino situato lungo la Strada Provinciale 90 per Verolengo, in località Torrazza. Il servizio di ispezione – eseguito dal gruppo di lavoro costituito da tecnici ASACERT altamente specializzati con pluriennale esperienza – ha previsto la verifica puntuale degli elementi strutturali, dell’impermeabilizzazione e delle pavimentazioni e rivestimenti interni degli edifici.

Tutte le attività ispettive condotte sulla base della documentazione progettuale e sulle ispezioni campionarie in cantiere hanno prodotto esito positivo e hanno permesso ad ASACERT di accertare stabilità e resistenza meccanica degli elementi della struttura relativamente al rischio di rovina e di gravi difetti strutturali, impermeabilizzazione delle coperture degli edifici rispetto al rischio di mancata tenuta dell’acqua e solidità delle pavimentazioni e rivestimenti interni degli edifici relativamente al rischio di distacco o rottura.

Con la conclusione di questa importante commessa, ASACERT – in quanto ente di ispezione e certificazione oggettivo e imparziale – si conferma leader nelle attività di controllo e verifica nel settore dell’edilizia commerciale, industriale e residenziale, affermando inoltre l’esperienza e la professionalità del proprio team di collaboratori, competente e costantemente aggiornato.

I dati sulla produzione edilizia del 2018 segnalano una crescita circoscritta ma servono ingenti risorse per far ripartire il sistema costruttivo italiano, mentre più di 600 cantieri giacciono fermi in tutta la penisola.

I dati ISTAT sull’andamento della produzione edilizia nel 2018 rilevano un timido incremento dello 0,2% nel mese di dicembre, che tuttavia non riesce insieme al mese di novembre a risollevare le sorti del quarto trimestre dell’anno, che chiude in negativo a – 0,8%.

Tuttavia, si deve evidenziare che ad oggi i cantieri producono ancora il 31% in meno rispetto al 2010 e che per recuperare il profondo gap creatosi negli anni di recessione e crisi del settore – con crolli anche a due cifre registrati nel 2012 e 2013 – servirebbero investimenti e spese cospicui.

L’ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili – ha censito negli ultimi mesi più di 600 opere bloccate nel nostro Paese, per una “perdita” complessiva di circa 36 miliardi di euro che potrebbe anche triplicare se si considerassero le ricadute sull’intero sistema economico italiano. Attraverso la propria iniziativa legata al sito www.sbloccacantieri.it, ANCE ha voluto denunciare la pericolosa situazione di inattività alla quale è sottoposto l’intero comparto dell’edilizia; a condividere il medesimo destino di chiusura o abbandono sono infatti sia le grandi opere – un esempio fra tutte la TAV Torino-Lione – sia le opere minori che tanto impatto hanno sulle comunità locali e provinciali – basti pensare ai cantieri fermi di ospedali, scuole, strade e ponti.

A pesare ancor di più sul settore delle costruzioni – che secondo le stime dell’Associazione coprirebbe il 22% del PIL nazionale, includendo nel calcolo non soltanto la produzione vera e propria, ma anche la filiera dei materiali e il campo della compravendita immobiliare – sono i mancati investimenti promessi dal Governo e le procedure burocratiche farraginose che spesso inibiscono fluidità e velocità del processo costruttivo.

In seguito alle proteste veementi del settore edile, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha convocato nelle scorse settimane i rappresentanti dei costruttori annunciando un decreto legge “sblocca-cantieri” che anticipi la pubblicazione del nuovo Codice Appalti e funga da sostegno attivo per la ripresa del comparto. Il Presidente di ANCE Gabriele Buia si è detto soddisfatto delle intenzioni del Ministro ma ora si attendono azioni concrete volte alla semplificazione delle procedure e delle norme, al sostegno alle imprese e alla riapertura dei cantieri per il tramite di investimenti ingenti.

Il tema è uno dei più dibattuti negli ultimi mesi, tra le varie proposte avanzate al momento spiccano la possibile reintroduzione dell’appalto integrato, l’introduzione della progettazione semplificata anche per la manutenzione straordinaria, la gestione più trasparente dei subappalti e l’obbligo di mantenere la progettazione esecutiva per mandare a gara un’opera.

La situazione del comparto costruttivo rimane quindi ancora molto incerta e si dovranno attendere le prossime iniziative del Governo per comprendere se sarà possibile aspirare ad una crescita significativa nel corso del 2019, considerando che si tratta del secondo anno consecutivo di crescita (sia pur infinitesimale) dopo i sette anni di cali registrati nell’ultimo decennio.

Sono state rese note da ENEA le nuove linee guida per le diagnosi energetiche degli edifici pubblici, recanti indicazioni utili per costituire una banca dati unitaria che permetta il confronto tra i fabbisogni energetici reali e quelli di riferimento.

ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ha da poco pubblicato le nuove linee guida per la diagnosi dell’efficienza energetica degli edifici pubblici, un documento che rientra nel più ampio progetto ES-PA “Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione”. L’iniziativa, sostenuta dal Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale e gestita dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, punta ad operare a livello nazionale per aumentare le capacità energetiche degli edifici e degli impianti della PA, incrementando la consapevolezza e l’interesse sul tema del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale.

Le linee guida sulla diagnosi energetica degli edifici e degli impianti nascono come supporto per tutti i professionisti del settore e sono pensate per rafforzare le competenze tecniche degli operatori. Il documento inoltre ha come obiettivo quello di offrire specifiche indicazioni affinché i dati registrati a livello nazionale possano poi essere raccolti all’interno di una banca dati unitaria che permetta di confrontare in modo diretto le discrepanze fra consumo energetico reale e fabbisogno di riferimento. Grande attenzione viene posta in particolare alla fase di analisi che comprende aspetti cardine della valutazione energetica, come:

L’interesse nei confronti della sostenibilità ambientale e della riduzione dell’impatto energetico ha inoltre permesso che venissero prolungati anche per il 2019 gli incentivi dedicati ai lavori di ristrutturazione quando finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici sia pubblici che privati. L’Agenzia delle Entrate ha aggiornato in questi giorni la guida sulle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico, all’interno della quale è possibile trovare i chiarimenti relativi agli incentivi previsti dalla Legge di Bilancio (per saperne di più leggi il nostro articolo).

ASACERT – ente di certificazione, ispezione e valutazione operante a livello nazionale e internazionale – è in grado di offrire diverse tipologie di attività ispettive in campo energetico, effettuate sempre con la massima professionalità da tecnici specializzati e auditor con pluriennale esperienza. ASACERT presta ai propri clienti servizi di certificazione energetica degli edifici, audit energetico per immobili ed impianti, ispezioni termografiche e prove non distruttive.

Pubblicati sul sito dell’INAIL i dati provvisori riguardanti le denunce di infortuni e malattie professionali presentate nel 2018. Preoccupa l’aumento degli incidenti mortali e delle patologie lavoro-correlate.

L’INAIL ha da poco pubblicato i dati analitici relativi alle denunce di infortunio e malattia professionale registrate dall’Istituto nel corso dell’anno appena concluso; le informazioni presenti ad oggi devono ancora essere confermate e saranno ufficializzate solo dopo il consolidamento dei dati e la presentazione a metà anno della Relazione Annuale 2018.

Le denunce di infortunio presentate sono state 641.261, +0,9% rispetto al 2017; l’indice, in calo esclusivamente nel comparto dell’Agricoltura, è salito in tutti i settori e registra un picco per Industria e Servizi. Le zone più colpite sono Friuli Venezia Giulia, Molise e la provincia autonoma di Bolzano. Sul totale dei dati ricevuti, aumentano le denunce di infortunio registrate a nome di lavoratori extracomunitari (+9,3%), mentre diminuiscono leggermente quelle fatte da lavoratori italiani (-0,2%).

Un aspetto particolarmente tragico riguarda il numero di infortuni con esito mortale che sono stati segnalati all’INAIL nel corso del 2018: 1.133 le denunce rilevate, ben 104 in più rispetto all’anno precedente. Ad influire negativamente sul risultato e a causare una forte inversione di tendenza del trend discendente registrato negli ultimi anni sono stati gli eventi drammatici avvenuti nel mese di agosto, durante il quale hanno perso la vita ben 132 lavoratori. Tali decessi, avvenuti per lo più a seguito di incidenti plurimi – con più di due lavoratori implicati – occorsi in itinere – cioè durante lo spostamento verso o dal luogo di lavoro – hanno visto incrementare il proprio numero a causa del crollo del Ponte Morandi a Genova e degli incidenti stradali di Lesina e Foggia in Puglia, eventi che affondano le proprie radici in profondi malfunzionamenti del “sistema Italia”, come la mancanza di controlli infrastrutturali e il caporalato.

Nel 2018 tornano ad aumentare anche le denunce delle malattie professionali, che, con un’incidenza del +2,5% rispetto al 2017, si attestano sui 59.585 casi registrati. Le patologie più accusate sono quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (36.637 denunce), quelle del sistema nervoso e in particolare del tunnel carpale (6.681), le malattie dell’orecchio (4.574), le affezioni del sistema respiratorio (2613) e i tumori (2.461). Ricordiamo che sono considerate malattie professionali solo quelle patologie contratte nell’esercizio e/o a causa delle attività lavorative svolte dall’individuo; esse perciò, al contrario dell’infortunio, per il quale il rapporto con il lavoro può essere mediato o indiretto – si veda il caso degli incidenti in itinere -, devono presentare un rapporto causale o concausale diretto fra il rischio professionale e la malattia stessa.

Per incentivare le aziende a realizzare interventi volti ad aumentare il grado di salute e sicurezza sul lavoro, anche quest’anno l’INAIL ha pubblicato il Bando ISI per lo stanziamento di 370 milioni di euro in finanziamenti a fondo perduto (per saperne di più leggi il nostro articolo sul tema). Ogni organizzazione però può mettere in atto soluzioni preventive che diminuiscano i rischi di incidenza di infortuni e malattie professionali, rendendo il luogo di lavoro più sicuro e salubre per tutti i lavoratori. L’adozione di un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro come OHSAS 18001 e ISO 45001, per esempio, permette di abbattere drasticamente i rischi infortunistici e patologici, riconoscendo peraltro all’azienda numerosi vantaggi anche in termini di aumento di produttività e diminuzione delle spese assicurative.

ASACERT – ente di certificazione, ispezione, valutazione e formazione – offre ai propri clienti un servizio di certificazione riconosciuto, obiettivo e completo relativo ai Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro, effettuato da un team di auditor esperti e competenti, con pluriennale esperienza nel settore.

Giovedì 7 febbraio, a Milano, ASACERT ha preso parte al Charity Party di Fondazione Theodora Onlus, dedicato alla raccolta fondi in favore dei bambini ricoverati presso l’Istituto dei Tumori di Milano e organizzato in collaborazione con Garage Italia e lo chef stellato Carlo Cracco.

ASACERT ha contribuito a sostenere la serata benefica durante la quale sono stati raccolti fondi per sovvenzionare le speciali visite dei Dottor Sogni ai bambini ospedalizzati, sostegno concreto per tutti i piccoli pazienti e le loro famiglie che quotidianamente vivono realtà difficili e che hanno sempre bisogno di qualcuno che doni loro spensieratezza e sorrisi.

L’obiettivo di Fondazione Theodora è quello di supportare in modo competente e professionale i bambini malati, ricoverati in cliniche e ospedali, coinvolgendoli in momenti di gioco e divertimento tramite i Dottor Sogni: professionisti specializzati, formati per operare in contesti ospedalieri pediatrici di alta complessità.

Alla serata di beneficenza ha partecipato anche André Poulie, Presidente e Fondatore di Fondazione Theodora. André ha dato vita al progetto ispirato dalla madre Théodora, la quale durante un periodo di lunga degenza del figlio allietò con la propria gioia e allegria non soltanto il piccolo, ma anche gli altri bambini ricoverati. Alla morte della madre, André e il fratello Jan hanno deciso di condividere lo spirito di resilienza di Théodora fondando nel 1993, in Svizzera, Fondation Théodora, nucleo primigenio dell’associazione. Oggi la Onlus è presente in otto Paesi nel mondo tra i quali anche l’Italia, dove è attiva da più di vent’anni.

Nel corso dell’evento del 7 febbraio si è tenuta anche un’asta benefica con oggetti donati da alcune aziende, tra le quali anche Cassina e Hublot, per la raccolta fondi a favore del reparto di pediatria oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS di Milano. Durante la serata, inoltre, è stata letta una toccante lettera scritta da una coppia di genitori nella quale viene espressa tutta la gratitudine e la riconoscenza nei confronti dei Dottor Sogni di Theodora che sono stati accanto alla famiglia in un momento di particolare sofferenza e difficoltà.

ASACERT ancora una volta ha voluto prestare tutto il proprio sostegno alla causa patrocinata da Fondazione Theodora Onlus, sostenendo l’associazione e condividendone gli obiettivi.

Scopri le foto della serata.

ph. Stefano Sgarella