ASACERT FZE, la branch presente negli Emirati Erabi Uniti del Gruppo, arricchisce il proprio pacchetto certificazioni con la ISO 45001:2018 con accreditamento EIAC (in precedenza DAC).

Dopo la conclusione positiva delle verifiche condotte dall’Organismo di Accreditamento emiratino, si amplia la gamma di certificazioni rilasciabili dal Gruppo.
La norma ISO 45001:2018 sostituirà la OHSAS 18001:2007, che verrà ritirata alla fine del periodo di migrazione previsto per l’adeguamento, con scadenza 11 marzo 2021.
Durante il triennio previsto per la migrazione ASACERT proseguirà le proprie attività di certificazione a fronte del vecchio standard in accordo con le esigenze dell’Organizzazione cliente.

Per i dettagli relativi alla transizione e per consultare la Comunicazione Ufficiale sulla Migrazione alla ISO 45001 CLICCA QUI.

La crescente attenzione all’ambiente e i benefici di un sistema di gestione integrato hanno portato tantissime aziende italiane a dotarsi di un certificato ISO 14001 accreditato, i numeri dell’Annuario ISPRA 2018.

In sostanziale coerenza con i dati dell’ultima Survey ISO (International Organization for Standards) del 2017 che riportava l’Italia come uno dei paesi europei con il maggior numero di certificazioni rilasciate da organismi accreditati, anche l’Annuario ISPRA 2018, ovvero  la raccolta di dati e informazioni ufficiali sull’ambiente più completa pubblicata in Italia, conferma il posto per il nostro Paese negli scalini più alti della classifica relativa alle certificazioni ambientali.

Secondo la pubblicazione realizzata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in collaborazione con le Agenzie regionali nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) in Italia ci sono infatti oltre 20mila aziende e stabilimenti produttivi con un Sistema di Gestione Ambientale certificato da enti di certificazione accreditati, come ASACERT.

Un numero in costante crescita: basta pensare che dal 2004 al  2017 i siti produttivi che detengono un Sistema di Gestione Ambientale certificato sono passati da 4.644 a 19.049 con un incremento del 310%.

A livello geografico la diffusione di certificati accreditati è coerente con la diffusione regionale delle imprese: la regione con il maggior numero di aziende certificate per lo standard ISO 14001:2015 è la Lombardia, seguita da Veneto ed Emilia-Romagna, mentre ai piedi della classifica troviamo Basilicata, Valle d’Aosta e Molise.

Il dato davvero significativo che emerge dall’Annuario 2018 è però questo: nonostante il panorama delle imprese italiane stia registrando un trend negativo per quanto riguarda la certificazione accreditata dei Sistemi di Gestione nel complesso, la stessa cosa non si può dire della certificazione accreditata ambientale, che cresce del +6%, a dimostrazione della crescente sensibilità al tema da parte delle aziende italiane.

Tra i 10 settori di attività con la maggiore concentrazione di Sistemi di Gestione ambientale certificati, si distingue quello delle costruzioni, seguito da trasporti, logistica e comunicazioni che è invece il settore che registra il trend di crescita maggiore con un +22%.

L’andamento del settore Costruzioni risente dell’istituzione di AVC pass, un sistema dedicato a chi opera nell’ambito delle gare d’appalto introdotto nel 2014 che permette il caricamento di documenti e la verifica dei requisiti per l’affidamento dei contratti pubblici; AVC pass ha obbligato le aziende del settore delle costruzioni a comunicare i propri dati, ai fini della partecipazione ai bandi pubblici, solo se certificate per la qualità ai sensi della UNI EN ISO 9001.

Riconoscendo i molteplici benefici di un Sistema di Gestione integrato le aziende coinvolte hanno deciso quindi di ottenere anche la certificazione del Sistema di Gestione ambientale contestualmente a quella della Qualità.

ASACERT è un ente di certificazione accreditato da ACCREDIA e riconosciuto a livello internazionale, e offre ai propri clienti un servizio di certificazione obiettivo e completo relativo ai Sistemi di Gestione della Qualità (ISO 9001), Ambiente (ISO 14001) e Salute e Sicurezza sul Lavoro (ISO 45001), effettuato da un team di auditor esperti e competenti, con pluriennale esperienza in molti settori tra cui quello delle costruzioni.

Fonti: ACCREDIA, Annuario dei Dati Ambientali – Edizione 2018 – ISPRA

In qualità di Consigliere delegato per le Costruzioni di CONFORMA, ha parlato davanti all’VIII Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato della Repubblica, insieme al Presidente Paolo Salza, per ribadire la centralità delle attività di controllo, svolte da un ente terzo e indipendente, lungo tutta la filiera di realizzazione di un’opera pubblica

Nel pomeriggio dello scorso 10 aprile si è svolta l’audizione di CONFORMA, associazione di categoria dei principali organismi di controllo accreditati, di cui il managing director di ASACERT, Fabrizio Capaccioli, è Consigliere delegato per il settore delle Costruzioni. In questa veste, Capaccioli ha sottolineato come il tema dei controlli non solo rivesta un ruolo centrale all’interno del processo di progettazione, ma mai come oggi sia indispensabile come strumento di prevenzione di errori e/o omissioni da cui conseguono rischi per la sicurezza e maggiori costi e tempi di realizzazione.

In particolare, Capaccioli ha evidenziato la necessità che i controlli – soprattutto per le opere di importi e complessità più rilevanti – siano effettuati da Organismi di Tipo A, gli unici in grado di garantire il massimo livello di indipendenza, perché dotati non solo di strutture tecniche e organizzative altamente qualificate, ma scevri da qualunque commistione con le società incaricate del progetto e dell’esecuzione dell’opera. Questa sostanziale differenza, rispetto ad esempio agli Organismi di Tipo B (interni alla Stazione Appaltante) è la miglior garanzia – per l’amministrazione pubblica e per l’intera collettività – rispetto al rischio di errori di progettazione e contenziosi legali.
L’aggiornamento del Codice dei Contratti fornisce l’opportunità di recepire questa esigenza, mediante un ampliamento delle fasi di verifica, dalla progettazione alla fattibilità tecnico-economica dell’opera, fino all’alta sorveglianza dei lavori, in risposta anche alle richieste del mondo assicurativo per il rilascio delle garanzie decennali e degli Istituti di credito nel partenariato pubblico-privato.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) e l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass) hanno aderito al Protocollo d’Intesa, sottoscritto a novembre 2018, tra la Banca d’Italia, la Consob e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’obiettivo di individuare strategie congiunte per acquisire lavori, servizi e forniture, conseguendo anche di risparmi di spesa.

Lo rende noto Banca d’Italia ricordando che il protocollo definisce le modalità di coordinamento tra le Autorità sottoscrittrici, che si occuperanno di istituire un tavolo tecnico con funzione di indirizzo, coordinamento e supervisione.

“Il Protocollo d’Intesa costituisce una best practice nel panorama nazionale e pone le basi per innalzare la qualità della committenza pubblica, anche sotto i profili della trasparenza e dell’anticorruzione” scrive Bankitalia.

Il 60% delle società ha implementato un sistema di gestione ambientale (ISO 14001), OHSAS 18001 e ISO 50001 non arrivano al 40%, ma il valore della certificazione è riconosciuto dall’84% degli intervistati

 

“La gestione dei rischi ambientali nelle aziende italiane”, è questo il focus della ricerca promossa da Anra, Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, Osservatorio Green Economy dell’Università Bocconi, Pool Ambiente e Aiba, presentata a Milano, grazie al coinvolgimento di Risk e Insurance Manager di più di 100 aziende, il 45% delle quali con un fatturato di oltre 50 milioni di euro.Tra i dati più interessanti, spicca il fatto che l’84% degli intervistati ritiene che l’adozione di un Sistema di gestione ambientale certificato costituisca uno strumento utile per la prevenzione dei rischi ambientali.Ciononostante solo il 60% delle società intervistate si è dotato della certificazione ISO 14001 (Sistema di Gestione Ambientale), mentre OHSAS 18001 (Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute sul Lavoro) e ISO 50001 (Sistema di Gestione dell’Anergia) non superano il 40%.
Tra i rischi maggiormente sentiti dalle imprese in ambito ambientale si segnalano: incendio o esplosione (16%), fuoriuscita di prodotti da serbatoi o vasche interrate (12,3%), perdite da condotte interrate (12,1%) e sversamenti da serbatoi, vasche o condotte fuori terra (12%).
“Il tema della tutela dell’ambiente è sempre più presente nelle agende politiche e mediatiche e sta cambiando i criteri d’acquisto dei consumatori – ha commentato Sandra Bassi, membro del Consiglio Direttivo ANRA – tuttavia sembra permanere ancora in molte aziende piccole e medie il pregiudizio che la prevenzione e la corretta gestione dei rischi ambientali siano prerogative solo di grandi ‘inquinatori’. Quello che accade nella realtà è che ogni giorno in Italia si verificano numerosi casi di danno all’ambiente, e nella maggior parte dei casi l’azienda è impreparata a far fronte agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino, risarcimento. Capita di frequente che la mancanza di mezzi porti al fallimento dell’azienda stessa. Per questo crediamo che il progetto della certificazione Ambiente Protetto potrà portare grandi vantaggi alle imprese di qualsiasi dimensione”.
Manca ormai meno di un mese alla scadenza per la presentazione delle domande per il bando ISI che anche quest’anno INAIL ha pubblicato, stanziando 370 milioni di euro a fondo perduto che verranno assegnati fino ad esaurimento delle risorse finanziarie.

 

In particolare, i finanziamenti saranno ripartiti in base ai destinatari e per l’asse 1.2, ovvero le imprese, anche individuali, presenti sul territorio nazionale iscritte al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane, in possesso dei requisiti di cui all’Avviso pubblico ISI 2018, è previsto un contributo a fondo perduto del 65% per un totale di 2 milioni di euro.
Per questo asse, i progetti interessati dai finalziamenti INAIL sono quelli per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale, come ad esempio la Certificazione del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro ISO 45001 oppure la Certificazione della Responsabilità Sociale d’Impresa SA8000.

 

ASACERT – ente di certificazione, ispezione, valutazione e formazione – offre ai propri clienti un servizio di certificazione riconosciuto, obiettivo e completo relativo ai Sistemi di Gestione tra cui quello della Salute e Sicurezza sul Lavoro, effettuato da un team di auditor esperti e competenti, con pluriennale esperienza nel settore.

Il 12 marzo 2018 è stato pubblicato il primo standard internazionale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro: la norma ISO 45001 “Occupational Health and Safety Management Systems – Requirements with guidance for use” che sostituisce la norma BS 18001 e fornisce a tutte le Organizzazioni un’efficace e più completa guida per la gestione dei rischi connessi all’argomento, con il fine ultimo di ridurre gli infortuni e gli incidenti sul posto di lavoro.

La norma ISO 45001:2018 sostituisce la OHSAS 18001:2007, che viene contestualmente ritirata, ma che continua a valere nel periodo di migrazione; segue inoltre la stessa struttura delle “sorelle” ISO 9001:2015 e ISO 14001:2015, al fine di consentire un’integrazione più semplice e completa dei diversi Sistemi di Gestione.

Per tutti i 3 anni successivi alla data di pubblicazione della norma ISO 45001:2018, saranno valide sia le certificazioni emesse a fronte della  OHSAS 18001:2007, sia le certificazioni emesse a fronte della nuova ISO 45001:2018.

Solo dopo 3 anni dalla pubblicazione della ISO 45001:2018, le certificazioni accreditate emesse a fronte della OHSAS 18001:2007 non saranno più valide. La data di scadenza delle certificazioni OHSAS 18001:2007 emesse durante il periodo di migrazione dovrà corrispondere alla fine del periodo di migrazione di tre anni. Le tempistiche relative all’attività di verifica ed emissione del certificato rispetto alla norma revisionata andranno pianificate per tempo, tenendo in considerazione sia il periodo stabilito di migrazione sia il periodo di certificazione in corso.

Le Organizzazioni certificate con precedente versione della norma sono invitate a mettere in atto la nuova versione della norma.

Le certificazioni ISO 45001:2018 sotto accreditamento potranno essere emesse solo dopo che l’organizzazione abbia dimostrato la conformità del proprio sistema alla nuova norma ad un Organismo di Certificazione che sia stato accreditato per il rilascio delle certificazioni a fronte della stessa norma.

Ai fini della migrazione, ASACERT deve effettuare un audit presso ogni cliente, a fronte della ISO 45001:2018.

ASACERT può condurre le attività di migrazione in occasione di un audit di sorveglianza o rinnovo pianificato, o di un audit speciale. Quando gli audit di migrazione sono effettuati in concomitanza con un audit di sorveglianza o rinnovo pianificato è ragionevole prevedere un incremento dei tempi di verifica pari al 20%, con arrotondamento alla mezza giornata superiore, con un minimo di 1 giorno/ uomo di audit. Eventuali modifiche dei tempi di audit, al momento imprevedibili perché legate alla specificità della singola Organizzazione, saranno prontamente comunicate al cliente in fase di pianificazione della verifica di migrazione, o di esecuzione della stessa.

ASACERT potrà valutare la conformità alla nuova norma con una singola verifica (come sopra indicato) oppure, su richiesta dell’Organizzazione cliente, mediante un approccio per fasi successive (ad esempio valutando la conformità nel corso del primo audit previsto a partire dalla data della presente comunicazione, e valutando il recepimento dei rilievi emersi a fronte della nuova norma nel corso della verifica prevista per l’anno successivo).

ASACERT si assicurerà comunque che per la durata del processo di migrazione i clienti continuino ad essere conformi alla OHSAS 18001:2007.

Dopo settimane di bozze il Decreto Crescita è stato approvato “salvo intese” dal CDM, oltre 70 articoli uniti dall’intento di risollevare l’economia dello stivale. Ecco come ASACERT può intervenire.

Al fine di valorizzare e incentivare il settore edile, le imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che acquistano ed entro i successivi 10 anni demoliscono e ricostruiscono un edificio, potranno beneficiare dell’applicazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna. Una significativa riduzione rispetto agli attuali oneri di imposta di registro che ammontano al 9% del valore dell’immobile e i 100 € cad. per le imposte ipotecarie e catastali, cifre che adesso si riducono a 600 euro totali.

ASACERT da anni è al fianco delle imprese di costruzione e ristrutturazione, supportandole con una serie di servizi personalizzati che accompagnano l’intero processo, come il controllo tecnico in corso d’opera e l’esecuzione dei controlli non distruttivi presso immobili finiti.

L’Italia fa un passo avanti in tema di ambiente, energia e consumi.  A pochi giorni dalla Conferenza Mondiale sul Clima tenutasi a Katowice (Polonia), che ha fatto parlare per il singolare intervento dell’attivista svedese Greta Thunberg di soli 15 anni, il Governo italiano ha approvato un piano di erogazione di contributi destinati all’efficientamento energetico. Le amministrazioni comunali italiane si vedranno assegnati, per l’anno 2019, incentivi fino ad un massimo di 600 milioni di euro per gli interventi avviati entro il giorno 15 ottobre 2019.

ASACERT, in quanto organismo di verifica accreditato, è particolarmente attiva nel campo dell’efficientamento energetico con una serie di servizi che spaziano dalla certificazione LEED® alla certificazione energetica degli edifici, ad una vasta gamma di audit energetici (su immobili, impianti, macchinari, ecc) e dispone di un team di auditor esperti e con una lunga esperienza nel settore. I numerosi edifici certificati, da ultimo il Centro Direzionale Cavagnari di Cariparma che di recente ha ottenuto la certificazione LEED® Platino, hanno contribuito ad accrescere competenze ed expertise tecnica degli auditor, che ad oggi sono in grado di prestare assistenza per il conseguimento di WELL, BREEAM e LEED®.

Tra le varie misure per il rilancio e incentivo dell’economia nazionale ne troviamo alcune che mirano a difendere l’immagine e la reputazione del nostro Paese: il ‘made in Italy’ diventa un simbolo, accompagnato dall’emblema dello Stato italiano e inserito in una contrassegno antifalsificazione; scatta divieto di registrazione di nomi di stati e altri enti territoriali, di segni riconducibili a forze armate e forze dell’ordine e di marchi lesivi dell’immagine o della reputazione dell’Italia; sono previsti aiuti ai consorzi per la tutela dei prodotti di origine italiana; saranno adottate misure contro la delocalizzazione ed è in fase di studio anche un registro storico dei marchi con oltre 50 anni, al fine di evitarne l’uso se la proprietà chiude la produzione sul sito originario (come accaduto di recente con il brand Pernigotti).

Dopo anni di attività all’estero anche ASACERT si è unita alla lotta contro l’Italian Sounding, applicando la propria expertise tecnica ed elaborando un nuovo protocollo lanciato nel 2018 nel Regno Unito. La certificazione 100% Italian Taste è specificamente pensata per salvaguardare non soltanto i consumatori – che grazie alla certificazione hanno la sicurezza di trovarsi in un ristorante italiano autentico – ma anche l’intera filiera produttiva.

La sfida dell’edilizia sostenibile si può combattere a livello globale a suon di certificazioni: focus sui protocolli WELL, BREEAM e LEED, ASACERT dispone di un team di auditor qualificati.

I protocolli di certificazione edilizia dedicati alla valutazione e all’accertamento dei requisiti di sostenibilità degli edifici puntano a valorizzare le strutture che meglio si adattano alla nuova tendenza eco- compatibile del settore costruzioni. Materiali naturali e riciclati, isolamento termico, autonomia energetica sono solamente alcuni degli elementi che concorrono a rendere un edificio ecosostenibile, tra i diversi fattori analizzati non mancano anche l’illuminazione naturale, la presenza di verde condominiale e di sistemi per la riduzione degli sprechi e il riciclo dell’acqua.

Il più antico metodo di valutazione e certificazione della sostenibilità degli edifici è il BREEAM® – Building Research Establishment Environmental Assessment Method – nato in Gran Bretagna nel 1990 e diffuso in più di 50 Paesi nel mondo. Il sistema di certificazione BREEAM utilizza indici e scale specifici atti a misurare e valutare le prestazioni ambientali di diverse tipologie di immobili (residenziali, lavorativi, scolastici, sanitari, ecc); il giudizio espresso dagli auditor preposti al controllo viene espresso in riferimento all’analisi di criteri quali la gestione delle risorse e dei rifiuti, il grado di inquinamento prodotto, la salubrità dell’ambiente interno ed esterno e la presenza di trasporti adatti nei dintorni. Sulla base del punteggio ottenuto ogni edificio può guadagnarsi un differente livello di certificazione, basato su giudizi che vanno dal voto minimo di “Pass” al massimo di “Outstanding”.

Un altro protocollo dalla valenza storica importante è rappresentato dalla LEED® – Leadership in Energy and Environmental Design Certification – il sistema di rating americano nato per valutare la progettazione, la costruzione e la gestione di edifici e aree territoriali ad alta prestazione a livello di sostenibilità ambientale. La certificazione LEED, inizialmente sviluppata dallo U.S. Green Building Council, si è poi diffusa a livello internazionale ed è presente oggi in diverse nazioni, tra le quali anche l’Italia. I protocolli LEED sono suddivisi per oggetto di interesse in nuove costruzioni, edifici preesistenti, abitazioni e aree urbane; i criteri di valutazione analizzati dai LEED AP (professionisti certificati presso USGBC) prevedono l’analisi di alcuni requisiti, tra i quali anche la sostenibilità del sito, la gestione efficiente delle acque, i materiali e le risorse impiegate, l’innovazione e la qualità dell’atmosfera. Grazie al rating ottenuto sommando i punti conseguiti in fase di verifica, si possono raggiungere quattro livelli di certificazione: Base, Argento, Oro e Platino.

Da poco entrato a far parte della famiglia GBC, WELL Building Standard™ è la certificazione dedicata ad accertare la salubrità della struttura in ottica eco-friendly. Lo standard gestito dall’International Well Building Institute è stato ideato da Rick Fedrizzi, il padre della certificazione LEED, con l’intento di valutare la vivibilità degli spazi, certificandone la “biofilia”, ossia l’affinità con l’ambiente naturale. Il protocollo WELL verifica tramite WELL AP accreditati il livello di salute fisica e di benessere mentale apportato dalle caratteristiche strutturali agli abitanti dell’immobile. Al momento gli edifici maggiormente interessati da questa tipologia di certificazione sono quelli dedicati al lavoro: uffici e strutture del terziario vengono dunque valutate sulla base dell’esposizione alla luce, del confort interno, del ricambio di acqua e aria, dello spazio dedicato al fitness e all’innovazione.

ASACERT, in quanto organismo di verifica accreditato, è particolarmente attiva nel campo dell’edilizia sostenibile e dispone di un team di auditor esperti e con una lunga esperienza nel settore. I numerosi edifici certificati, da ultimo il Centro Direzionale Cavagnari di Cariparma che di recente ha ottenuto la certificazione LEED Platino, hanno contribuito ad accrescere competenze e expertise tecnica degli auditor che ad oggi sono in grado di prestare assistenza per il conseguimento di WELL, BREEAM e LEED.

Tra le tante incertezze e indecisioni che riguardano l’argomento Brexit in questo periodo si può dire che una certezza però c’è: gli inglesi amano acquistare il cibo italiano, quello originale prodotto in Italia. A preoccupare i produttori è però il futuro post-Brexit.

Il dato emerge da una analisi di Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero che evidenzia come solo nel mese di gennaio 2019 gli inglesi abbiano acquistato prodotti alimentari provenienti dallo stivale per un valori di 243 milioni di euro, corrispondenti ad un incremento del 17.3 %.

A pochi giorni dalla data fatidica del 29 marzo, per i produttori italiani di beni alimentari la gioia per l’aumento delle esportazioni si mischia alla preoccupazione per un futuro in cui il commercio con il Regno Unito potrebbe essere pesantemente ostacolato per effetto dei dazi e dei ritardi doganali che scatterebbero con il nuovo status di Paese Terzo rispetto all’Unione Europea.

A beneficiare del nuovo assetto post-Brexit sarebbero invece i paesi extra-europei che vedrebbero crescere la loro quota di esportazioni non soggetta a tariffe.

“La mancanza di un accordo è lo scenario peggiore perché rischia di rallentare il flusso dell’export, ma a preoccupare è anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Un esempio è l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che – conclude Prandini – boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop)”

Senza accordo il problema riguarda anche la tutela dei marchi Dop e Igp che incidono per circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare Made in Italy e che senza protezione europea rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione, nutrendo il fenomeno dell’Italian Sounding.

Attraverso il protocollo “ITA0039 | 100% Italian Taste Certification” ASACERT si occupa da tempo della tutela dei produttori attraverso i ristoranti che promuovono l’autenticità della tradizione culinaria italiana oltre i confini nazionali. Tra gli elementi della check-list analizzati dagli auditor di ASACERT, infatti, viene prestata particolare attenzione alla filiera produttiva delle materie prime utilizzate per la preparazione dei piatti.

Fonte: Coldiretti