È il Ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ad aprire l’Open Forum sulla sostenibilità che si è tenuto ieri a Firenze.

L’Italia, al centro del dibattito, ha conquistato le lodi dei rappresentati dei vari paesi e delle organizzazioni internazionali. Agli applausi si unisce anche ITA0039, il cui Protocollo di certificazione, ha riscosso successo e interesse dei tanti interlocutori istituzionali. La delegazione di ITA0039 si è fatta promotrice del Made in Italy nel mondo dell’enogastronomia all’estero. In particolare, l’incontro con il Commissario Wojciechowski e con l’intera delegazione europea della Commissione Agricoltura, ha portato all’attenzione i temi cari a tutti coloro che tengono alla salvaguardia del vero Made in Italy in Europa e nel mondo, trovando grande apertura da parte del Commissario, il quale si è dichiarato pronto a intraprendere azioni comuni. Il Commissario ha lodato le caratteristiche del sistema agricolo italiano che ha tenuto duro in un periodo difficile come quello della pandemia. L’Italia, infatti, è la prima nella politica Farm to Fork: le emissioni di CO2, l’utilizzo di concimi e fertilizzanti è tra i più bassi. Quello agricolo, sostiene Wojciechowski, è un settore di successo, perché si basa su valori e strutture unici al mondo: piccole e media imprese, spesso a conduzione familiare, che portano avanti attività riconosciute in tutto il mondo.

Anche Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti, ha lodato lo straordinario sforzo del comparto diffondendo i dati record del 2021: la crescita delle esportazioni del 13%, con un obiettivo futuro del valore di 50 miliardi.

Tra i temi trattati anche l’agricoltura del futuro: dall’utilizzo di robot intelligenti, ad app che permettono di monitorare il lavoro nei campi. Insomma, l’agricoltura ambisce – e già lo sta facendo – a diventare digitale, al fine di facilitare il lavoro di agricoltori, rendere le produzioni più sostenibili e soprattutto ridurre l’impatto ambientale, anche garantendo il benessere di tutti gli animali. Sono notizie che fanno ben sperare, soprattutto per i Paesi del terzo mondo. Infatti, come ha sottolineato Qu Dongyu, direttore generale della Fao, l’80% della popolazione vive di agricoltura. Queste sono soluzioni che potrebbero essere di aiuto a coloro che ne hanno più bisogno.

ITA0039 continuerà ad essere al fianco di agricoltori, allevatori e produttori italiani, custodi delle nostre terre e anello di congiungimento fondamentale per quella sostenibilità ambientale che tutti desideriamo e vogliamo raggiungere. Più vero Made in Italy certificato in Europa e nel mondo!

 

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Era il 4 aprile 2020 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ammise di aver iniziato «a valutare l’uso delle mascherine in modo più ampio, a livello di comunità, per controllare la trasmissione di Covid19». Non solo per medici, operatori sanitari, farmacisti e chiunque fosse nella linea di fuoco della lotta al virus, ma anche per i cittadini. Miliardi di cittadini.

In epoca ante-Covid 19, la domanda di Dispositivi per la Protezione Individuale (DPI) proveniva principalmente dal settore sanitario e le disponibilità erano sufficienti a soddisfare le richieste di mercato. Con lo scoppio della pandemia, divenne indispensabile e obbligatorio proteggere le vie respiratorie. Di conseguenza, la richiesta dei dispositivi di protezione delle vie aeree raggiunse livelli tali che la capacità delle aziende a cui il mercato si rivolgeva, non era tale da soddisfarne le straordinarie richieste.

L’Italia si trovò impreparata e quando il Governo, il Ministero della Sanità e la Protezione Civile iniziarono a porsi il problema, era già tardi. In seguito, quando si decise di passare alla ricerca di una soluzione, la burocrazia fece il resto. Situazione confusa con difficoltà amministrative, inimmaginabili per quegli imprenditori che avevano puntato sulla riconversione delle proprie produzioni per far fronte alle moltiplicate esigenze del mercato.

Il Governo dispose una deroga alle procedure ordinarie di valutazione della conformità dei dispositivi di protezione individuale. Se prima, dunque, i fabbricanti dovevano seguire determinate procedure di valutazione della conformità, le quali venivano verificate e confermate da un organismo accreditato, con la pandemia si è potuto produrre, importare e immettere in commercio mascherine e DPI anche se privi di marcatura CE, previa approvazione dell’ISS per le mascherine e dell’INAIL per i DPI.

Il risultato? Un groviglio burocratico di norme e disposizioni, accompagnati da un aumento dei tempi di attesa per ricevere l’approvazione dell’ISS e dell’INAIL. Un iter che non offriva garanzie ai produttori che dovevano affrontare investimenti seri per la riconversione delle proprie produzioni.

L’AD ASACERT, Fabrizio Capaccioli, si era fatto promotore di una soluzione più rapida ed efficiente per rispondere a una domanda dietro la quale nessuno riusciva a stare dietro.

“Tante aziende ci chiedono una mano per districarsi nella burocrazia…se producono in modo conforme alle norme UNI EN Iso 14683 e UNI EN 10993. È il nostro mestiere e potremmo dare una mano allo Stato per rendere le procedure più veloci” – e aveva proposto- “invece di far passare settimane e mesi, si potrebbe prevedere un protocollo semplificato, emesso dal SSN, stendere il decalogo, con i necessari obblighi e requisiti, per poi delegare la vigilanza e l’ispezione a un organismo di certificazione. Il punto è che la deroga si basava unicamente su dichiarazioni documentali. Abbiamo proposto più volte di autorizzare i centri accreditati in Italia, come i nostri, per un controllo rapido che non avrebbe allungato i tempi e che avrebbe garantito approvvigionamenti più rapidi e soprattutto sicuri per i cittadini, senza rischio di spreco di soldi pubblici”.

Un anno e mezzo dopo l’Inail ha annunciato con un comunicato la cessazione della funzione di validazione straordinaria e in deroga dei DPI. Questo significa che alcuni DPI ricominceranno a seguire l’iter ordinario di autorizzazione alla produzione e alla distribuzione, secondo la procedura standard.

La decisione si va ad aggiungere all’elenco di attività che tornano a occupare la loro consueta configurazione: istruzione, viaggi, lavoro, sport, eventi pubblici.

Del resto, spesso si pensa che un evento sconvolgente abbia un fortissimo impatto sulla vita quotidiana di una società. Quella stessa vita quotidiana che, a sua volta, era figlia dell’ultimo grande evento sconvolgente.

Se c’è qualcosa che la Brexit ci ha insegnato è che tutto è possibile e nulla è certo. Infatti, se fino a poco tempo fa il 31 dicembre 2021 segnava il termine del periodo di circolazione dei beni a marchio CE nel Regno Unito, il Governo inglese ha di recente annunciato un cambio di programma, posticipando la data al 1° gennaio 2023.

Per chi si fosse perso le puntate precedenti procediamo con un breve riassunto: dal 2023 (prima 2021) per immettere le merci sul mercato britannico sarà necessario apporre il nuovo marchio UKCA, affiancandolo al marchio CE, la cui validità, però, varrà fino al confine inglese. Per rendere più semplice il passaggio al nuovo status di Paese Terzo, le direttive e i regolamenti adottati dal Regno Unito coincidono con quelli dell’Unione Europa, cosicché le procedure di valutazione di conformità siano le stesse. Identici sono anche i requisiti richiesti dalle due marcature: il fabbricante dichiara sotto la sua esclusiva e totale responsabilità che il prodotto è conforme a tutti i requisiti legislativi applicabili nel Regno Unito e che le dovute procedure di valutazione della conformità sono state espletate con successo.

Le organizzazioni possono, sì, tirare un sospiro di sollievo e rallentare la corsa all’adeguamento, ma restano i controlli e le procedure a garanzia del consumatore, il rischio di intoppi, rallentamenti e ritardi è sempre meno remoto. Con l’entrata in vigore del Trade and Cooperation Agreement, Regno Unito e Unione Europea hanno messo nero su bianco le regole per vivere, lavorare e commercializzare all’interno dei due Paesi. Per commercializzare merci in UE, il rispetto delle norme comunitarie inizia proprio dalla marcatura CE che, dunque, non può essere considerato come un semplice marchio, ma come sinonimo di garanzia e conformità alle norme.

Affinché BREXIT sia sinonimo di opportunità e continuità per ogni business, ASACERT si pone l’obiettivo di affiancare le aziende – piccole, medie e grandi che siano – in questo momento di transizione, mettendo a disposizione un’esperienza consolidata e una presenza globale.

La marcatura dei prodotti da costruzione, ad esempio, è una procedura obbligatoria per tutti i prodotti disciplinati dal Regolamento comunitario “prodotti da costruzione”. Punto di riferimento per molte aziende che operano nel settore delle carpenterie metalliche, ASACERT fornisce l’assistenza e il supporto necessari per la marcatura di questi prodotti a tutte le aziende che operano sul Continente inglese, rilasciando – nel rispetto dei requisiti richiesti dalla norma armonizzata EN 1909-1 – la Certificazione del Controllo della produzione (FPC) e coprendo anche i servizi di certificazione legati a quest’ultima (Certificazioni secondo le norme UNI EN ISO 3834 e UNI EN ISO 9001).

Il servizio offerto da ASACERT si divide in due ambiti di attività, per il conseguimento della marcatura CE.

1) Gap Analysis ai fini dello screening documentale.

– Evidenziando il livello di rispondenza della documentazione in possesso dell’azienda, rispetto alle disposizioni normative e agli standard internazionali del post BREXIT.

2) Attività formative e divulgative, tra cui webinar, sessioni e incontri ad hoc, per la corretta individuazione di iter procedurali ai fini dell’individuazione e la redazione di documenti e azioni utili al corretto ed efficace procedimento per l’ottenimento della marcatura CE.

Per rendere ancora più diretto, immediato ed efficiente questo percorso, ASACERT mette a disposizione delle aziende un HELP DESK, per fronteggiare le novità riguardanti la marcatura CE dei prodotti da costruzione e dei componenti in acciaio e alluminio.

Un servizio dedicato a tutte le aziende che hanno necessità, in seguito alla BREXIT, di mettere al sicuro le proprie attività, commercializzando in maniera sicura e nel rispetto della legislazione vigente le proprie produzioni, tra Regno Unito e Comunità europea e viceversa.

Che aspetti? Contattaci a brexit@asacert.com.

Brexit chiama, Asacert risponde!

 

 

È di qualche giorno fa la sesta edizione del rapporto dell’IPCC, la più esaustiva e aggiornata rassegna della conoscenza scientifica sui cambiamenti climatici per i governi, la comunità scientifica internazionale e l’opinione pubblica mondiale. Il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite coinvolge oltre 78mila esperti dei governi di tutto il mondo e misura la temperatura alla Terra.

Come nei precedenti Assessment Reports, gli scienziati hanno rilevato che molti di questi cambiamenti sono senza precedenti in centinaia di migliaia di anni – come il continuo aumento del livello del mare – e sono irreversibili in altrettante centinaia o migliaia di anni.

Mediamente, nei prossimi 20 anni, secondo il rapporto, la temperatura globale dovrebbe raggiungere o superare 1,5°C di riscaldamento, con conseguenze apocalittiche su tutto il globo. In Europa, si stima che le temperature medie continueranno ad aumentare più velocemente rispetto alla media globale.

Il rapporto evidenzia, inoltre, che le attività umane hanno ancora il potenziale per determinare il corso del clima futuro. È chiara l’evidenza scientifica che mostra l’anidride carbonica (CO2) come il principale motore dei cambiamenti climatici. Tuttavia, se da un lato, le riduzioni delle emissioni nocive recherebbero benefici rapidamente riscontrabili per la qualità dell’aria, dall’altra, potrebbero essere necessari 20-30 anni per vedere le temperature globali stabilizzarsi.

A questo c’è da aggiungere che dal 29 luglio, data dell’“Overshoot Day”, la Terra ha cominciato a vivere a credito sulle risorse dell’anno prossimo, depredando quelle destinate alle “Next Generations”. Il giorno dello sforamento, che segna la data in cui l’umanità ha già consumato tutte le risorse prodotte dal pianeta nell’intero anno, arriva di anno in anno, sempre prima. Attualmente, per soddisfare la domanda di risorse dei cittadini sono necessarie e quindi consumiamo un fabbisogno pari a 4 volte e 1/2 l’Italia, 7 volte e 1/2 per il Giappone, 4 volte il Regno Unito. Nel complesso è come se utilizzassimo le risorse di 1,75 pianeti Terra.

ASACERT è in prima linea nell’impegno verso la sostenibilità, per allontanarsi dal modello economico lineare – “prendere, produrre e sprecare” – e abbracciare quello circolare basato sull’utilizzo virtuoso delle risorse. Promuove e diffonde princìpi e buone pratiche anche attraverso strategie basate su tassonomia, rating e certificazione di obiettivi e risultati, per favorire la rigenerazione urbana, la sostenibilità energetico-ambientale e combattere il disagio sociale ed economico.

Proprio per prendere parte attiva nel cambio di rotta e invertire la tendenza verso la salvaguardia dell’unico pianeta che abbiamo a disposizione, ASACERT sarà protagonista, promotore e partner di una serie di eventi previsti a Milano in autunno per il Pre-COP Summit. Si tratta della riunione ministeriale di 40 paesi che si tiene tradizionalmente circa un mese prima della COP vera e propria, e che ha come obiettivo quello di offrire a Stati, organizzazioni internazionali e ONG, la possibilità di avere un confronto informale sugli aspetti politici chiave del prossimo summit mondiale sul clima, in programma all’inizio di novembre a Glasgow.

Continua l’impegno concreto di ASACERT in tema di sostenibilità. È un fatto l’engagement in favore di un mondo del costruito più sostenibile, grazie alla Vicepresidenza del Green Building Council Italia (la più grande organizzazione internazionale al mondo, attiva per il mercato delle costruzioni sostenibili), in capo all’AD ASACERT Fabrizio Capaccioli: “Il traguardo è sfidante e ambizioso. In ASACERT ci crediamo da anni. Il nostro impegno è determinato in favore del raggiungimento dei 17 SDGs e dei 169 sotto-obiettivi, rientranti nel programma d’azione sviluppato dall’Agenda 2030. Aderire a questi criteri, significa dal punto di vista del tessuto produttivo, consentire una valutazione delle organizzazioni – piccole, medie o grandi che siano – non più solo basata sul concetto di fatturato, ma anche risultati etici, come la protezione del nostro pianeta. Nella nostra realtà, ognuno fa la sua parte ed è consapevole, responsabile e cosciente del proprio comportamento e dell’impatto che può avere sul mondo di oggi e soprattutto di domani. Settembre sarà un mese che vedrà ASACERT impegnata su fronti diversi, ma con un fattore denominatore in comune: la sostenibilità e la salvaguardia del nostro pianeta. Noi ci crediamo!

Il 14 agosto 2018, poco prima di mezzogiorno, uno dei tre piloni che sostenevano il Ponte Morandi crollò, portando via con sé un tratto di strada lungo circa 200 metri e le vite di 43 persone.

Costruito dall’architetto Riccardo Morandi e inaugurato nel ’67, il Ponte serviva a collegare la A10 (Genova – Ventimiglia) con la A7 (Milano – Genova), un punto nevralgico per il capoluogo ligure.

Nel giro di pochi anni, il ponte iniziò a mostrare le prime problematiche strutturali, nonché un precoce degrado dei materiali. Fu Morandi in persona a mettere in evidenza il fatto che la salsedine e i fumi corrosivi delle acciaierie di Cornigliano stessero contribuendo al deterioramento degli elementi metallici e delle superfici in calcestruzzo.

Il 9 febbraio 2019 sono iniziate le operazioni di demolizione. Il progetto del nuovo ponte è stato realizzato dall’architetto Renzo Piano, mentre il Consorzio PerGenova S.C.p.a. (formato dalle società Salini Impregilo e Fincantieri Infrastructure) si è aggiudicato l’appalto per la costruzione con l’impegno di completare l’opera entro un anno.

ASACERT è stata incaricata dal committente PERGENOVA S.C.p.A di eseguire le attività ispettive di Controllo Tecnico in corso d’opera. Un compito delicato quanto cruciale, poiché sono spettate ad ASACERT la verifica della conformità delle opere realizzate e della qualità delle opere stesse, compresa l’assistenza durante le fasi di collaudo.

ASACERT, in quanto Organismo d’Ispezione accreditato, vanta un’esperienza pluriennale nel campo ispettivo ed è in grado di garantire il controllo tecnico di tutte le fasi di costruzione di un’opera, ai fini del rilascio della polizza decennale postuma, grazie a un elevato expertise tecnico, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia.

Con questa importante commessa, ASACERT si è confermata leader nelle attività di Ispezione, Controllo e Verifica nel settore dell’edilizia civile, affermando la professionalità del proprio team di collaboratori, competente e costantemente aggiornato.

I lavori sono continuati e, nonostante lo scoppio della pandemia da COVID-19 a marzo e il lockdown di aprile, la promessa è stata mantenuta: il 3 agosto 2020 il Ponte San Giorgio di Genova è stato inaugurato alla presenza del Presidente Mattarella, diventando ufficialmente percorribile il 5 agosto.

1.067 metri di acciaio sorretti dai 18 piloni a 40 metri di altezza, il nuovo ponte è il risultato della fusione tra design, alta tecnologia e sostenibilità:

– Presenta uno speciale sistema di deumidificazione per evitare la formazione di condensa salina e limitare i danni da corrosione.
– Comprende una banca dati che può essere studiata, monitorata costantemente e utilizzata come base per la progettazione futura di infrastrutture della stessa tipologia.
– Ben 4 robot lo rendono ancora più sicuro. Progettati dall’Istituto italiano di tecnologia e realizzati dal Gruppo Camozzi su commissione di due aziende del Gruppo Fincantieri, due si occupano dell’ispezione della superficie inferiore dell’impalcato e dell’elaborazione dei dati per la determinazione di eventuali anomalie, gli altri due puliscono le barriere antivento e i pannelli solari. Questo sistema robotico di ispezione è il primo al mondo automatico.
– L’impatto ambientale è contenuto grazie ai pannelli fotovoltaici, che producono l’energia necessaria per il funzionamento dei suoi sistemi (illuminazione, sensoristica, impianti) 24 ore su 24.

Di quel 3 agosto 2020 rimarrà impresso nella memoria di chi c’era, l’arcobaleno comparso al termine di una giornata carica di pioggia.
E se il Ponte Morandi è stato simbolo di inadempienze, carenze e superficialità, il Ponte San Giorgio è il risultato del lavoro di chi, di fronte al disastro, ha deciso di rimboccarsi le maniche, dimostrando – ancora una volta – che gli italiani danno il meglio di sé proprio nei momenti di difficoltà.

“A un anno da quella giornata memorabile, per ASACERT il Ponte continua a rappresentare un simbolo di rinascita e di resilienza e si fa carico di un compito molto importante: ricordarci che rialzarsi e ripartire è possibile, quanto necessario. – Le parole di Fabrizio Capaccioli AD ASACERT e Vicepresidente di GBC Italia– Come ho avuto modo di dire, il Ponte San Giorgio rappresenta un monumento alla capacità di ricostruirsi dalle proprie ceneri, un ponte icona tra tutto ciò che di drammatico ci lasciamo alle spalle ed una visione di quello che può essere fatto con approccio concreto, resiliente e sostenibile, quando tutti gli attori, Istituzioni per prime, ci credono. Mai come oggi, questo messaggio è attuale: un mantra che dobbiamo ripetere a noi stessi quando la luce in fondo al tunnel appare fin troppo lontana. ASACERT sarà sempre orgogliosa di aver partecipato alla realizzazione di questa infrastruttura di ingegneria più all’avanguardia del mondo”

Tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto – 330 piccole aziende da tutta l’Italia e che rappresentano il meglio del Made in Italy – lo hanno fatto senza esitazioni, senza temporeggiare o perdersi d’animo, grazie ad un iter burocratico-procedurale ridotto all’essenziale. Questo ponte, così come una strada, un treno, un aereo o una metro sono i luoghi che ci accompagnano a casa, a lavoro, in vacanza. È fondamentale quindi creare opere che siano innovative, sicure e all’avanguardia non solo oggi, ma anche e soprattutto domani.

«Sono molto orgoglioso di questo ulteriore passo sul cammino della valorizzazione e promozione di una visione nuova del mondo edile – commenta Fabrizio Capaccioli, AD ASACERT, nominato Consigliere di ASPESI – Occorre ripensare modelli, servizi e infrastrutture per progettare, costruire, manutenere in modo più sostenibile. Questo riguarda l’intera filiera dell’edilizia, per uno spazio abitato più salubre, sicuro, confortevole ed efficiente. La strada è ancora lunga, ma i presupposti per raggiungere l’obiettivo ci sono. Il mercato green dell’edilizia è, infatti, in netta crescita, come segnalato da una recente indagine di Research & Markets, secondo la quale, a livello mondiale, si prevede un raggiungimento di 187,4 miliardi di dollari entro il 2027, con un tasso di aumento annuale dell’8,6%. ASACERT ed ASPESI, insieme, possono fare molto!»

ASACERT, ente accreditato e terzo, offre servizi di Ispezione, Certificazione, Valutazione e Formazione per supportare le aziende, di qualunque settore e dimensione, nella realizzazione di tutte le attività di controllo, verifica e stima che richiedono un’elevata expertise tecnica, competenze verticali e strumentazioni all’avanguardia, con servizi e attività specifiche dedicate al mondo delle costruzioni.

ASPESI è l’Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare e rappresenta l’Associazione nazionale di categoria di Confedilizia.

Nasce nel 1993 a Milano ed opera per migliorare la qualità immobiliare e la rigenerazione urbana e territoriale. Associa in prevalenza le società che investono in iniziative di rigenerazione, valorizzazione, sviluppo, recupero e commercializzazione di aree edificabili e fabbricati. Associa, inoltre, qualificati studi professionali specializzati nell’immobiliare, aziende di servizi e le maggiori property companies. È divenuta il più importante centro aggregativo del settore.

Uno dei punti di raccordo tra le due realtà è rappresentato dall’attenzione ai temi della Sostenibilità in edilizia. ASACERT è un Organismo di Verifica Accreditato dal Green Building Council Italia, la più importante rete a cui aderiscono le più competitive imprese, associazioni e comunità professionali italiane operanti nel segmento dell’edilizia sostenibile. Da Ottobre 2020 ASACERT è ancora più coinvolta in favore di incisive azioni energetico-ambientali, in favore di un ambiente più salubre a cominciare dal settore delle costruzioni, grazie all’elezione dell’AD, Dott. Fabrizio Capaccioli, come Vicepresidente di GBC Italia.

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Lo standard ISO 45001 rappresenta la prima norma ISO certificabile sui sistemi di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. La norma è applicabile a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dalle dimensioni, tipo e attività, che desideri creare, attuare e mantenere un sistema di gestione per migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, eliminare i pericoli e minimizzare i rischi per la SSL.

La data ultima per la migrazione dallo standard britannico OHSAS 18001, alla internazionale UNI ISO 45001:2018, prevista per il 11 marzo 2021 – dopo una proroga di tre mesi, causa COVID-19 – è stata prorogata al 30 settembre 2021. La procedura ISO, infatti, impone un periodo di migrazione della durata di tre anni, durante i quali le Organizzazioni interessate devono adeguare i propri sistemi di gestione alla nuova norma UNI ISO 45001:2018 e ottenere così la certificazione allo standard, pena l’annullamento del proprio certificato. ASACERT, ente di certificazione accreditato, con la sua esperienza ventennale, dedica la propria professionalità a tutte quelle organizzazioni che intendono aggiornare il proprio Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza sul Lavoro.

La nuova UNI ISO 45001 è uno standard in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che rende sempre più concreta la possibilità per ogni azienda di adottare un sistema unico per gestire Qualità, Ambiente e Sicurezza. Tale opportunità permette alle organizzazioni di ottenere molteplici benefici, sia a livello organizzativo che economico. L’integrazione fra più sistemi di gestione è un’ottima opportunità per revisionare il sistema vigente ed introdurre significativi miglioramenti all’interno della propria organizzazione. Essendo uno standard basato su una High Level Structure, con l’avvento della nuova ISO 45001 si completa il trittico delle norme ISO relative ai sistemi di gestione, in affiancamento alle ISO 9001 per la qualità e ISO 14001 per l’ambiente, con il grande vantaggio di poter ragionare e lavorare in un’ottica di interessi condivisi, combinando le norme e riducendo i confini tra i diversi ambiti e coerentemente con tutti gli standard futuri.

 

I cambiamenti introdotti dalla nuova norma ISO 45001 sono molteplici. Intanto, l’impostazione della norma è strutturata in 10 punti, che consente di allineare tutte le norme dei sistemi di gestione ad una medesima organizzazione dei contenuti:

1. Scopo;
2. Riferimenti normativi;
3. Termini e definizioni;
4. Contesto dell’organizzazione;
5. Leadership;
6. Pianificazione;
7. Supporto;
8. Attività operative;
9. Monitoraggio e misurazione;
10. Miglioramento.

La norma prevede il coinvolgimento del top management nei processi aziendali, ai fini dell’integrazione delle strategie e delle priorità di business dell’organizzazione, che avrà un ruolo attivo nel raggiungimento degli obiettivi. In questo modo, la gestione della sicurezza è sottoposta ad un controllo strutturato e focalizzato. È favorita una maggiore flessibilità del sistema di gestione per agevolare la sua implementazione ed applicazione anche nelle piccole e medie imprese e nel settore dei servizi. La norma prevede l’integrazione di competenze e procedure all’interno dei processi produttivi, che è l’obiettivo ultimo del sistema stesso in virtù del suo approccio prestazionale. Una maggiore attenzione ai processi in outsourcing dalla selezione alla qualifica, alla contrattualizzazione dei fornitori. Ci sono poi una serie di benefici legati alla ottimizzazione delle risorse e alla facilitazione dei processi, ma soprattutto importanti opportunità finanziarie come, ad esempio, alcune riduzioni sul premio assicurativo Inail; la possibilità di usufruire di agevolazioni e contributi a fondo perduto per investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro e una serie di benefici assicurativi in sede di gara d’appalto.

Rispetto allo stato delle cose, ad oggi, la banca dati di Accredia, ci dice che oltre il 70 % dei siti certificati sono migrati dalla vecchia norma a quella nuova. Ma mancano ancora all’appello più di 7000 organizzazioni. Il grado di cambiamento introdotto dalla nuova norma ISO 45001 per qualsiasi organizzazione dipende da una molteplicità di fattori, in primis la maturità e la consapevolezza raggiunte dall’azienda.  Il punto d’inizio è senz’altro rappresentato dall’analisi della condizione dell’organizzazione. Un’organizzazione che decide di adottare un SGSL secondo il nuovo standard, infatti, si trova ad affrontare contesti più sfidanti, rispetto a quelle di un’organizzazione già provvista di un SGSL che deve migrare dal vecchio standard al nuovo. Ad ogni modo, coloro che non adeguano in tempo il proprio SGSL alla nuova ISO, vedono annullato il proprio certificato e sono costretti a ripristinare la certificazione ISO 45001 “da zero”, trovandosi ad affrontare un processo di certificazione più lungo e con costi più elevati.

Il processo di migrazione gestito da ASACERT garantisce l’applicazione ed il mantenimento di un sistema gestionale e organizzativo d’eccellenza, il miglior biglietto da visita di un’azienda nei confronti di clienti e dipendenti e stakeholder, rendendola più efficiente e credibile sul mercato, più qualificata per partecipare a gare o rispondere alle esigenze dei suoi committenti.

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Milano saprà dare spazio alle voci delle pari opportunità? Conosciamo le candidate alle prossime elezioni al Comune di Milano

Mercoledì 14 Luglio alle 18.00 sui canali social di ASACERT un nuovo appuntamento con Milano Sostenibile.

Torna Milano Sostenibile, nel giorno simbolo della Libertà (non solo per i cugini d’oltralpe). Libertà di rappresentanza e donne in Italia che, nonostante costituiscano oltre la metà della popolazione, occupano solo un terzo delle cariche politiche nazionali. Quanto è lontano l’agognato equilibrio di genere (non meramente numerico)? Un limite che si traduce in un’amputazione negli interessi e diritti specifici femminili. In questo contesto, la rappresentanza locale, rispetto a quella nazionale, sta attraversando un periodo di maggiore inclusione delle donne a tutti i livelli: comunale, provinciale e regionale. Se le amministratrici comunali erano soltanto il 6,5% nel 1989, ora sono circa il 33%. Possiamo fermarci a questo livello di rappresentanza? Quale sarà la prospettiva che si apre nel capoluogo lombardo? Milano, saprà interpretare al meglio la necessità di rendere più effettiva la rappresentanza femminile, superando le barriere che ancora scoraggiano le donne dal competere alle elezioni, superando oggettivi ostacoli strutturali, come la distribuzione diseguale del lavoro domestico e gli stereotipi di genere? Parleremo di competenze e sensibilità, per ricordare che è grazie all’apporto dell’altra metà del cielo se esistono asili nido, centri antiviolenza, servizi pubblici che hanno la forza della concretezza e che rispondono ai problemi della vita quotidiana delle persone. Riduttivo farne una questione di numeri.

Ne parleremo nell’appuntamento del prossimo 14 Luglio a partire dalle 18

Ospiti dell’incontro:

Diana De Marchi, Presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano
Barbara Mapelli, Milano saprà dare spazio alle voci delle pari opportunità. L’opinione di Barbara Mapelli sul rapporto tra Milano e le donne
Giulia Pastorella, Candidata Riformisti per Milano
Martiva Riva, Capolista lista “Beppe Sala Sindaco” e Consigliera del Municipio 7 di Milano
Giuseppe Pino Battaglia, Imprenditore esperto di comunicazione e relazioni sociali
Fabrizio Capaccioli, Managing Director ASACERT, Vicepresidente GBC Italia e ideatore del format Milano Sostenibile

La moderazione sarà a cura di Silvia Camisasca Fisica e Giornalista di Avvenire e L’Osservatore Romano.

 

Nota per le redazioni: Milano Sostenibile è il nuovo format ASACERT dedicato al mondo della sostenibilità. Un contenitore aperto, inclusivo ed aggregante, dove trovano spazio Associazioni, Società Civile, Istituzioni, chiamate a dare il loro contributo perché il Modello Milano, continui a rinforzare il suo ruolo strategico di guida resiliente e sostenibile per l’intero Paese.

 

Il 2020, è stato un anno che ha messo a dura prova imprese e lavoratori e, se è stato l’anno della recisione col passato, il 2021 è senz’altro l’anno della costruzione e del cambio di passo, per economia e lavoro. In questo contesto, il Piano Transizione 4.0 (ex Industria 4.0) ha rinnovato gli incentivi per l’acquisto di beni strumentali interconnessi e non, puntando ad aiutare le imprese e concedendo agevolazioni fiscali in forma di credito d’imposta. È quanto stabilito dalle disposizioni inserite nella Legge di Bilancio 2021 che, con il Piano, cerca di sostenere le imprese nell’evoluzione tecnologica e ambientale in atto, rilanciando investimenti che la pandemia ha certamente sfavorito. È il momento di mettere da parte iper-ammortamento e super-ammortamento per lasciare spazio ai crediti di imposta.

In sintesi, il credito di imposta verrà concesso alle imprese che investiranno in:

– Beni materiali e immateriali non 4.0

– Beni materiali e immateriali 4.0

– Ricerca e sviluppo

– Innovazione tecnologica

– Innovazione green e digitale

– Design e ideazione estetica

– Formazione 4.0

È possibile accedere al beneficio in credito d’imposta pari al 50% dell’imponibile, dei beni strumentali acquistati, da ricevere in tre quote annuali di pari importo. A titolo esemplificativo: di un bene il cui costo è pari a 200.000,00 euro si potrà riscuotere un credito di imposta pari a 100.000,00 euro, da suddividere in tre anni.

Le imprese che si avvalgono delle agevolazioni devono comunicarlo al Ministero dello Sviluppo Economico. Questa scelta si spiega con la volontà del Ministero di seguire l’andamento e l’efficacia delle agevolazioni. Questa comunicazione, quindi, non è una condizione necessaria all’ottenimento dei benefici.

PER GLI IMPORTI SUPERIORI A 300.000 EURO

Nel caso di importo superiori a 300.000,00 le imprese devono ottenere una perizia che sia stata rilasciata, tra gli altri, da un Ente di Certificazione Accreditato, quale è ASACERT, per ottenere un attestato di conformità, da cui risulti che i beni possiedono caratteristiche tecniche tali da includerli negli elenchi di cui agli allegati A («Beni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0”») e B («Beni immateriali – software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni – connessi a investimenti in beni materiali  “Industria  4.0”»)  annessi alla legge 11 dicembre 2016, n. 232, e siano interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura; tale perizia deve essere semplicemente conservata per eventuali successivi controlli. Inoltre, sebbene non sussista un obbligo, come nel caso appena descritto, l’attestazione di conformità può essere fornita anche per investimenti di valore inferiore alla soglia di 300.000€.

ATTESTAZIONE DELLA CONFORMITÀ INDUSTRIA 4.0

ASACERT, in quanto ente terzo la cui indipendenza è garantita da accreditamento Accredia, esegue verifica di conformità di terza parte sul bene 4.0, per verificarne l’aderenza ai requisiti obbligatori utili per l’accesso al credito d’imposta.

In definitiva, l’attestazione, rilasciata da ASACERT, accerta che:

– Il bene possegga le caratteristiche tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui agli allegati A e B della Legge 11 dicembre 2016, n. 232

– Il bene è interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Nel caso di conclusione positiva dell’iter valutativo, ASACERT rilascia l’Attestazione di Conformità, ai fini della finalizzazione procedurale per l’ottenimento del credito d’imposta, come previsto dal Piano Transizione 4.0.

LA FATTURAZIONE

Ma attenzione: per accedere al beneficio non occorre inoltrare istanze o alcun tipo di comunicazione, purché dei beni strumentali acquistati sia possibile inserire nella fattura la dicitura «Bene rientrante nel campo di applicazione del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali di cui all’articolo 1, commi 184-197,della legge 27 dicembre 2019, n.160 (Industria 4.0)» o «Bene rientrante nel campo di applicazione dell’articolo 1 commi da 1051 a 1063 della legge 30 dicembre 2020, n.178 (Transizione 4.0)»

ASACERT, in qualità di Organismo di Ispezione indipendente, garantisce lo svolgimento delle attività rispettando i requisiti di integrità, indipendenza, imparzialità e riservatezza.

 

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ASACERT per il nuovo centro distribuzione logistico nel novarese, commissionato dal colosso dell’e-commerce mondiale.

200.000 mq, 4 piani fuori terra, 900 posti di lavoro previsti nei prossimi 3 anni, questi i numeri per il nuovo centro di distribuzione del maggiore player internazionale di commercio elettronico. La struttura rappresenta il terzo polo logistico della multinazionale presente in Piemonte e andrà ad affiancare i depositi già operativi a Vercelli e Torrazza, per cui ASACERT ha già svolto servizio di controllo tecnico in corso d’opera e commissioning in cantiere.

Ad una settimana dalla presentazione dello stato di avanzamento lavori, la previsione di apertura operativa è prevista per il prossimo autunno.

La società Engineering 2K S.p.a. – azienda leader in Italia ed in Europa come General Contractor nel settore del service provisioning, specializzata nella progettazione e realizzazione architettonica e strutturale di magazzini e poli logistici – ha confermato ASACERT come affidatario dell’incarico per lo svolgimento sull’opera delle attività di controllo tecnico in corso d’opera e commissioning in cantiere.

Per il polo logistico nato a ridosso del casello di Novara Ovest dell’A4, le attività in capo ai tecnici specializzati ASACERT, sono incentrate sulla verifica dei requisiti di stabilità e resistenza meccanica degli elementi strutturali, di durabilità, manutenibilità, vita utile dell’impermeabilizzazione delle coperture, delle pavimentazioni e dei rivestimenti interni degli edifici. Le attività ispettive sono effettuate tramite la puntuale esecuzione di controlli, quali: la conformità della documentazione di progetto alle prescrizioni della normativa applicabile ed alle specifiche di buona pratica progettuale; la conformità delle opere finite alle prescrizioni del progetto; l’adeguatezza dei materiali impiegati nella costruzione; la conformità delle opere alle regole di buona pratica esecutiva.

L’attività di commissioning in cantiere prevede un puntuale controllo qualità realizzato sulle parti visibili e accessibili, senza l’impiego di sondaggi distruttivi. Le verifiche quotidiane condotte in cantiere, realizzate seguendo un apposito piano d’ispezione, hanno come principali obiettivi: il controllo della conformità delle opere alle prescrizioni progettuali e alle normative; il riscontro dell’adeguatezza di tutti i materiali impiegati e della loro certificazione; la corrispondenza delle opere realizzate alle regole di buona pratica di esecuzione.

L’insediamento, oltre a rappresentare un bacino occupazionale di grande rilievo per tutta la provincia, rappresenta un’importante occasione per lo sviluppo del territorio, realizzato nel rispetto della biodiversità della zona, riservando una particolare attenzione agli aspetti ambientali e naturalistici dell’area. Temi a cui ASACERT è particolarmente sensibile, espletando le proprie attività, secondo criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Questo, è uno dei motivi per cui ASACERT è stato scelto dal committente, unitamente alla garanzia di schierare un team multidisciplinare altamente qualificato in grado di anticipare e gestire le criticità in tutte le fasi progettuali e di esecuzione dei lavori, costantemente aggiornato e formato in grado di condurre al meglio il processo di verifica con un modus operandi sincronico tra tutti i soggetti coinvolti nelle attività di verifica del progetto e controllo tecnico (progettisti, direttori lavori, verificatori e Committente). Queste caratteristiche garantiscono un dialogo tecnico condiviso e facilitato, in grado di raggiungere i più elevati standards in termini di qualità, completezza, minimizzazione di tempi e costi e riduzioni di varianti in corso d’opera.

La professionalità di ASACERT è ulteriormente garantita dagli standard internazionali di riferimento e dalle Direttive imposte dall’Ente di Accreditamento ACCREDIA che impone – sia nella fase di accreditamento che in tutte le fasi successive – severe procedure di espletamento delle attività.