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BREXIT: DIETRO FONT SULLA MARCATURA CE

VALIDITÁ A TEMPO INDETERMINATO

Sono passati ormai diversi anni dal referendum storico del 23 giugno 2016, che ha dato inizio al processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea, giunto a compimento con 1246 pagine oggetto del divorzio tra le due sponde della Manica. Obiettivamente, quello che doveva essere un passo audace verso la sovranità nazionale e l’autodeterminazione, ha portato con sé uno strascico di complicazioni e risvolti, solo in parte attesi e previsti. La sfida, ancora oggi, è come affrontare le conseguenze di questa decisione, cercando di mitigare le controindicazioni di questa medicina, che per molti resta amara. Vita complicata, si è capito da subito, ha avuto il criterio di marcatura CE (Conformité Européenne). Si tratta di una procedura obbligatoria per tutti i prodotti disciplinati dall’omonima legislazione comunitaria. Deve essere eseguita per assicurare che il prodotto sia conforme ai requisiti comunitari di sicurezza e salute. In questo contesto si inserisce la Brexit con le sue procedure di accompagnamento dell’Isola di Sua Maestà fuori dalla Comunità europea. “La marcatura europea CE non sarà più accettata sulla maggior parte dei nuovi prodotti immessi sul mercato in Gran Bretagna, e sarà necessaria la marcatura UKCA (UK Conformity Assessment)”, queste le prime indicazioni differite prima per il 31 dicembre 2021, poi al 1° gennaio 2023, poi alla fine del 2024, oggi il dietro front è a scadenza temporale indefinita. Ad affermarlo è il Dipartimento per le imprese e il commercio (DBT) britannico. Il provvedimento fa parte di un insieme di regolamenti che puntano a “ridurre gli oneri per le imprese e a sostenere la crescita dell’economia attraverso la riduzione di barriere commerciali e burocrazia”, si legge in una nota del Dipartimento. L’estensione permetterà quindi alle imprese di scegliere, per la vendita dei propri prodotti nel Regno Unito, se utilizzare la marcatura UKCA introdotta a seguito della Brexit o continuare a usare la marcatura CE anche dopo il 2024. L’estensione indefinita per l’uso del marchio CE varrà per la maggior parte delle merci presenti sul mercato britannico.

Le organizzazioni possono, sì, tirare un sospiro di sollievo e rallentare la corsa all’adeguamento, ma restano i controlli e le procedure a garanzia del consumatore. Con l’entrata in vigore del Trade and Cooperation Agreement, Regno Unito e Unione Europea hanno messo nero su bianco le regole per vivere, lavorare e commercializzare all’interno dei due Paesi. Per commercializzare merci in UE, il rispetto delle norme comunitarie inizia proprio dalla marcatura CE che, dunque, non può essere considerato come un semplice marchio, ma come sinonimo di garanzia e conformità alle norme. Affinché BREXIT sia sinonimo di opportunità e continuità per ogni business, ASACERT si pone l’obiettivo di affiancare le aziende – piccole, medie e grandi che siano – mettendo loro a disposizione un’esperienza consolidata e una presenza globale.

La marcatura dei prodotti da costruzione, ad esempio, è una procedura obbligatoria per tutti i prodotti disciplinati dal Regolamento comunitario “prodotti da costruzione”. Punto di riferimento per molte aziende che operano nel settore delle carpenterie metalliche, ASACERT fornisce l’assistenza e il supporto necessari per la marcatura di questi prodotti a tutte le aziende che operano sul territorio inglese, rilasciando – nel rispetto dei requisiti richiesti dalla norma armonizzata EN 1909-1 – la Certificazione del Controllo della produzione (FPC) e coprendo anche i servizi di certificazione legati a quest’ultima (Certificazioni secondo le norme UNI EN ISO 3834 e UNI EN ISO 9001).