Pubblicati sul sito dell’INAIL i dati provvisori riguardanti le denunce di infortuni e malattie professionali presentate nel 2018. Preoccupa l’aumento degli incidenti mortali e delle patologie lavoro-correlate.
L’INAIL ha da poco pubblicato i dati analitici relativi alle denunce di infortunio e malattia professionale registrate dall’Istituto nel corso dell’anno appena concluso; le informazioni presenti ad oggi devono ancora essere confermate e saranno ufficializzate solo dopo il consolidamento dei dati e la presentazione a metà anno della Relazione Annuale 2018.
Le denunce di infortunio presentate sono state 641.261, +0,9% rispetto al 2017; l’indice, in calo esclusivamente nel comparto dell’Agricoltura, è salito in tutti i settori e registra un picco per Industria e Servizi. Le zone più colpite sono Friuli Venezia Giulia, Molise e la provincia autonoma di Bolzano. Sul totale dei dati ricevuti, aumentano le denunce di infortunio registrate a nome di lavoratori extracomunitari (+9,3%), mentre diminuiscono leggermente quelle fatte da lavoratori italiani (-0,2%).
Un aspetto particolarmente tragico riguarda il numero di infortuni con esito mortale che sono stati segnalati all’INAIL nel corso del 2018: 1.133 le denunce rilevate, ben 104 in più rispetto all’anno precedente. Ad influire negativamente sul risultato e a causare una forte inversione di tendenza del trend discendente registrato negli ultimi anni sono stati gli eventi drammatici avvenuti nel mese di agosto, durante il quale hanno perso la vita ben 132 lavoratori. Tali decessi, avvenuti per lo più a seguito di incidenti plurimi – con più di due lavoratori implicati – occorsi in itinere – cioè durante lo spostamento verso o dal luogo di lavoro – hanno visto incrementare il proprio numero a causa del crollo del Ponte Morandi a Genova e degli incidenti stradali di Lesina e Foggia in Puglia, eventi che affondano le proprie radici in profondi malfunzionamenti del “sistema Italia”, come la mancanza di controlli infrastrutturali e il caporalato.
Nel 2018 tornano ad aumentare anche le denunce delle malattie professionali, che, con un’incidenza del +2,5% rispetto al 2017, si attestano sui 59.585 casi registrati. Le patologie più accusate sono quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (36.637 denunce), quelle del sistema nervoso e in particolare del tunnel carpale (6.681), le malattie dell’orecchio (4.574), le affezioni del sistema respiratorio (2613) e i tumori (2.461). Ricordiamo che sono considerate malattie professionali solo quelle patologie contratte nell’esercizio e/o a causa delle attività lavorative svolte dall’individuo; esse perciò, al contrario dell’infortunio, per il quale il rapporto con il lavoro può essere mediato o indiretto – si veda il caso degli incidenti in itinere -, devono presentare un rapporto causale o concausale diretto fra il rischio professionale e la malattia stessa.
Per incentivare le aziende a realizzare interventi volti ad aumentare il grado di salute e sicurezza sul lavoro, anche quest’anno l’INAIL ha pubblicato il Bando ISI per lo stanziamento di 370 milioni di euro in finanziamenti a fondo perduto (per saperne di più leggi il nostro articolo sul tema). Ogni organizzazione però può mettere in atto soluzioni preventive che diminuiscano i rischi di incidenza di infortuni e malattie professionali, rendendo il luogo di lavoro più sicuro e salubre per tutti i lavoratori. L’adozione di un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro come OHSAS 18001 e ISO 45001, per esempio, permette di abbattere drasticamente i rischi infortunistici e patologici, riconoscendo peraltro all’azienda numerosi vantaggi anche in termini di aumento di produttività e diminuzione delle spese assicurative.
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