L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha ricevuto nell’ultimo periodo un elevato numero di richieste per l’attribuzione del rating di legalità.
Nell’anno 2014 ci sono state 260 richieste in più rispetto al 2013 (142 a fronte di 402 del 2014): una importante crescita che premia le aziende sulla base della trasparenza, della libera concorrenza ma anche dell’attenzione alla legalità.
Sono stati attribuiti 271 Rating, ovvero il 50% delle richieste, e negati 12, dall’entrata in vigore del “Regolamento di attuazione dell’articolo 5-ter del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, così come modificato dall’art. 1, comma 1-quinquies, del decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 maggio 2012, n. 62 (Rating legalità per le imprese)” fino alla fine del 2014. In 18 casi i punteggi sono stati confermati ed in 6 aumentati. Le richieste in corso di esame sono 173 mentre 64 sono state considerate non valutabili, in quanto il fatturato delle aziende non raggiungeva la soglia minima.
È opportuno segnalare alcuni dati in proposito:
- In ordine di richieste pervenute: Nord 43,3%, seguito dal Mezzogiorno (Sud e Isole) con il 31,7% e poi dal Centro con il 22%;
- Le regioni con il maggior numero di richieste sono: Sicilia (14%), Lombardia (13,2%), Veneto (13%), Lazio (12,3%) ed Emilia Romagna (10,3%), che insieme rappresentano il 62% delle richieste;
- L’80% delle imprese che hanno richiesto il Rating di legalità ha un fatturato annuo compreso tra 2 e 50 milioni di euro, contro il 3% che invece realizza più di 300 milioni di fatturato;
- Il 25% dei richiedenti opera in settori sensibili, quali costruzioni, edilizia, smaltimento rifiuti e trasposto merci e persone;
- Le richieste provenienti dalle società a responsabilità limitata sono il 55,19%, mentre il 31,39% è rappresentato dalle società per azioni.
Le imprese possono richiedere volontariamente all’Antitrust l’attribuzione di un punteggio (da una a tre stellette), che attesti il rispetto della legalità e che consenta di poter accedere ai finanziamenti pubblici in via preferenziale e di poter ottenere punteggi aggiuntivi nelle gare d’appalto. Le imprese devono avere la sede operativa in Italia, un fatturato minimo di 2 milioni di euro ed essere iscritte nel registro delle imprese da almeno due anni.