È stato messo a punto dal Governo Conte il nuovo Piano Impresa 4.0, ora al vaglio del Parlamento. Molte sono le modifiche e i cambiamenti apportati alle versioni degli anni precedenti, a partire dalla revisione del credito d’imposta e dalla rimodulazione dell’iper-ammortamento.
Nel settembre 2016 l’allora Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda approvò il primo Piano Nazionale Industria 4.0, pensato per colmare il gravissimo gap che trovava l’Italia totalmente impreparata ad affrontare le sfide della digitalizzazione, unica potenza manifatturiera priva di un piano nazionale che ne regolasse lo sviluppo. Secondo i dati raccolti dall’ISTAT e dall’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, gli effetti positivi della manovra hanno dato nuovo slancio agli investimenti e hanno permesso alle aziende di aumentare il proprio mercato in media del 30% in più rispetto agli anni immediatamente precedenti. Il Piano, pensato per favorire l’innovazione tecnologica delle industrie e la transizione verso un nuovo modello di smart working, è stato in seguito ampliato con l’introduzione del Piano Nazionale Impresa 4.0, che include nel sistema di incentivi non soltanto il settore manifatturiero, ma anche quello dei servizi. Nella versione di Impresa 4.0 del 2017, inoltre, è stata implementata la sezione dedicata alla formazione del personale, un punto di fondamentale importanza nell’ottica di valorizzazione delle potenzialità del Paese, che non può basare il proprio sviluppo esclusivamente sull’innovazione dei macchinari e dei processi ma deve di necessità investire anche nell’educazione digitale.
La più recente revisione del Piano, presentata a novembre all’interno della Legge di Bilancio 2019, apporta modifiche significative all’impianto precedente e ne modifica alcune indicazioni cercando di sposare le esigenze delle piccole e medie imprese, nel loro iter di ammodernamento di strutture, macchinari e processi. Tuttavia, secondo alcuni esperti le modifiche apportate non gioverebbero alla ripresa economica del Paese: in particolare, il co-direttore dell’Osservatorio Industria 4.0, Giovanni Migliarotta, in un suo approfondimento sul tema, insiste sulla necessità di implementare gli incentivi dedicati alla formazione e di prestare maggiore attenzione a tutti quegli elementi, come software cloud, piattaforme IoT e Analytics, necessari alla digitalizzazione delle aziende.
Le principali modifiche apportate al Piano Nazionale Impresa 4.0 sono:
- Rimodulazione al ribasso dell’iper-ammortamento, prorogato per il 2019 e suddiviso in tre aliquote con la riconferma però delle agevolazioni al 250% per tutti gli investimenti al di sotto dei 2,5 milioni a favore delle PMI;
- Cancellazione del super-ammortamento, parzialmente sostituito dalla Nuova Sabatini per l’acquisto di beni strumentali, che prevede l’introduzione a favore delle PMI di una mini IRES al 15% sugli utili che vengono reinvestiti;
- Revisione del credito d’imposta, che passerà dal 50% al 25% per gli investimenti dedicati alle attività di ricerca e sviluppo;
- Introduzione di voucher, destinati al pagamento delle consulenze, pensate in particolare per l’assunzione temporanea degli “innovation manager”, consulenti per l’avvio della transizione 4.0.
ASACERT crede da sempre nel valore dell’innovazione dei processi e dei sistemi e, grazie alla lunga esperienza maturata a fianco delle PMI, incoraggia le imprese ad aprirsi al futuro del mercato, investendo in macchinari all’avanguardia e in software technology. In quanto ente di certificazione, ispezione e valutazione, ASACERT è autorizzata ad effettuare le perizie tecniche fondamentali per l’accesso all’iper-ammortamento, necessarie per poter usufruire dei contributi per gli investimenti in beni materiali e immateriali utili alla trasformazione tecnologica e digitale dell’azienda.