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La Legge di Bilancio punta in alto: 97,5 miliardi di euro per strade, scuole e strutture sanitarie

Nel disegno della Legge di Bilancio 2019 sono previsti ingenti investimenti destinati all’edilizia pubblica: non soltanto nuove costruzioni, ma anche valorizzazione, manutenzione e messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano.

È ancora in fase di studio la Legge di Bilancio 2019, la quale, dopo esser stata respinta duramente dalla Commissione Europea, dovrà essere sottoposta a revisione da parte del governo; tuttavia, secondo la bozza ripresentata il 29 ottobre, i soldi destinati agli investimenti nel campo dell’edilizia pubblica ammonterebbero a ben 97,5 miliardi di euro, da erogare nel corso dei prossimi quindici anni.

Tra i diversi provvedimenti che rientrano nelle voci del disegno di legge ci sono anche la proroga dell’ecobonus per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica e l’estensione dell’iper-ammortamento per l’acquisto di macchinari tecnologici all’avanguardia. Un importante sforzo economico viene promosso inoltre nei confronti dell’edilizia pubblica, per la quale la bozza prevede lo stanziamento di quasi 100 miliardi, suddivisi tra amministrazioni centrali, enti territoriali, edilizia sanitaria e strade e scuole provinciali.

Al Fondo Investimenti per le Amministrazioni Centrali saranno destinati circa 50 miliardi di euro che potranno essere impiegati per tutti gli investimenti operati dall’amministrazione entro i termini previsti, oltre i quali sarà disposta la revoca delle somme non investite. Al Fondo investimenti per gli Enti Territoriali, la cui gestione verrà affidata alle province, saranno indirizzati 47 miliardi, destinati allo sviluppo infrastrutturale del Paese; particolare priorità verrà attribuita a tutti quei progetti di edilizia pubblica volti alla messa in sicurezza delle infrastrutture, come la manutenzione della rete viaria, la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

2 miliardi di euro andranno ad aggiungersi al fondo già esistente di 24 miliardi a favore del rimodernamento e della ristrutturazione degli immobili destinati ad uso sanitario, fra i quali ospedali, cliniche ed ambulatori. Per quanto riguarda, invece, la messa in sicurezza degli edifici scolastici e della rete viaria provinciale verranno stanziati poco più di 3,5 miliardi, parte dei quali servirà, nelle intenzioni dell’attuale governo, all’assunzione di una task force specializzata costituita da architetti, ingegneri, geometri e tecnici addetti alla sicurezza degli impianti.

Un passaggio piuttosto controverso della Legge di Bilancio 2019 è quello che prevede la costituzione di una Centrale unica per la progettazione delle opere pubbliche; in seguito a tale introduzione, l’Agenzia del Demanio diventerebbe al contempo progettista, stazione appaltante e soggetto di committenza in quanto delegata da parte di altre amministrazioni. Da quanto esposto all’interno dell’ultimo ddl la Centrale costerà allo Stato 100 miliardi di euro all’anno e dovrebbe dare lavoro a circa 300 impiegati dal profilo tecnico altamente qualificato. Le funzioni che saranno svolte dalla Centrale sono molteplici e pertengono sia alla sfera della progettazione – analisi della fattibilità tecnica ed economica, collaudo e direzione dei lavori pubblici – ma anche della gestione delle procedure d’appalto, della valutazione economico-finanziaria dell’opera e dell’assistenza tecnica alle amministrazioni coinvolte. Per far fronte alle numerose critiche sulla commistione di ruoli tra controllato e controllore sopraggiunte da parte del mondo delle professioni, e in particolare dalla Rete Professioni Tecniche e dall’OICE, l’ultima stesura della bozza sottolinea che la Centrale opererà sotto il controllo di un coordinatore che ne garantirà l’assoluta indipendenza delle valutazioni.