Il 25 luglio 2024 è entrata in vigore la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), una direttiva europea che ridefinisce le pratiche aziendali prestando attenzione agli impatti sociali e ambientali che esse operano nelle attività che svolgono e nelle catene del valore a cui partecipano. Ciò avrà impatti sulle politiche e strategie aziendali, sulle operazioni e sulle qualifiche di fornitura.
Le aziende dovranno, infatti, svolgere attività di due diligence all’interno delle proprie operazioni a monte e a valle della propria supply chain, per prevenire o attenuare gli effetti potenziali, ed eliminare o ridurre al minimo gli effetti reali.
Gli elementi centrali di questo dovere sono identificare, porre fine, prevenire, mitigare e contabilizzare gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente nelle attività dell’azienda, nelle sue filiali e nelle sue catene del valore.
La CSDDD delinea i requisiti delle misure di due diligence in accordo con quanto previsto dalla Direttiva UE CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive). In questa fattispecie, tale normativa si rivolge alle grandi aziende chiamandole ad attuare piani di transizione per ridurre le proprie emissioni climalteranti, affinché il loro modello di business e la loro strategia siano compatibili con il contenimento del riscaldamento globale a 1,5 °C come stabilito dall’Accordo di Parigi e dal Regolamento (UE) 2021/1119.
Le aziende, quindi, sono chiamate a:
- integrare la due diligence nelle proprie politiche aziendali e nei sistemi di gestione del rischio;
- identificare e prioritizzare gli effetti, attuali e potenziali, che pesano negativamente sull’ambiente e sulla società;
- prevenire, mitigare o porre fine agli impatti negativi già esistenti;
- istituire e mantenere un meccanismo di notifica e di procedura di reclamo;
- eseguire un monitoraggio annuale dell’andamento delle proprie politiche due diligence.
- comunicare le proprie attività di due diligence pubblicando sul sito web una dichiarazione annuale.
- coinvolgere i propri stakeholder in determinate fasi dell’identificazione degli impatti, in modo che anche loro possano ottenere tutte le informazioni adeguate a garantire una partecipazione completa ed efficace.
A CHI SI RIVOLGE?
La CSDDD è rivolta a tutte le aziende europee ed extra-europee che contano più di 1000 dipendenti e un fatturato complessivo superiore ai 450 milioni di euro.
Riguarda anche tutte le società capogruppo di imprese che hanno raggiunto la stessa soglia finanziaria su base consolidata nell’ultimo anno; a tutti i franchisors e licensors che generano royalties superiori a 22.500.000 euro e a tutte le società che erano (o sono) capogruppo di una impresa che pone un fatturato netto complessivo superiore a 80 milioni di euro nell’ultimo esercizio finanziario.
QUALI BENEFICI?
Un approccio definibile win-win, di fronte a questa direttiva, infatti, vincono tutti: sia le persone che le imprese.
Per le prime, i benefici riguardano la protezione dei diritti umani, il contributo a generare un ambiente più sostenibile, con lo scopo di mitigare le cause e le conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici e l’ampiamento di procedure di reclamo, che permettono di chiedere conto alle aziende il rispetto dei propri diritti.
Le imprese, dal canto loro, si trovano ad operare in un mercato europeo normato chiaro e uniforme in materia di sostenibilità aziendale. Un quadro giuridico europeo armonizzato che va a favorire una condizione di certezza giuridica e di parità. Una condizione che favorisce un clima di fiducia da parte dei clienti e impegno dei dipendenti, maggior consapevolezza della capacità di gestione dei rischi e resilienza, oltre che una spinata all’ innovazione e alla competitività.
LE TEMPISTICHE
Gli Stati membri hanno a disposizione due anni per conformarsi alla normativa e recepirla nei propri ordinamenti nazionali.
La CSDDD, dal momento dell’entrata in vigore, verrà applicata con un approccio graduale in base alla dimensione e al fatturato:
- dal 2027 saranno coinvolte tutte quelle aziende che contano più di 5000 dipendenti e un fatturato di 1500 milioni di euro;
- dal 2028 si guarderanno tutte le organizzazioni che contano oltre 3000 dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato
- dal 2029 tutte le altre aziende che hanno più di 1000 dipendenti e che contano oltre 450 milioni di fatturato.
I TRE AMBITI DI AZIONE
Nella sua implementazione relativa al mondo delle imprese, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive si muove lungo tre grandi ambiti:
- Obbligatorietà
Le aziende sono tenute all’ integrazione della due diligence nelle politiche e nei sistemi di gestione del rischio, riguardando l’impatto ambientale e sociale in tutte le loro operazioni, inclusi fornitori e partner. Questo processo deve permettere alle imprese di identificare e analizzare tutti i rischi, oltre a presentare progetti per prevenirli e mitigarli.
- Comunicazione di Informazioni sulla Sostenibilità
La CSDDD include anche l’obbligo di divulgare informazioni sulla sostenibilità, come il rispetto dell’ambiente, dei diritti umani, della governance e delle attività di gestione e controllo adottate lungo la supply chain.
- Reporting
La rendicontazione di sostenibilità prevista dalla CSRD deve ora includere informazioni sugli impatti, i rischi e le opportunità materiali connessi all’azienda e alle sue relazioni commerciali dirette e indirette a monte e/o a valle della catena del valore e le eventuali azioni intraprese. Nell’ambito della due diligence, le aziende devono quindi redigere un report sull’impatto delle loro attività e sui rischi connessi alla catena di approvvigionamento. Devono inoltre rendicontare la politica e le misure di due diligence in conformità alle disposizioni della Direttiva (UE) CSRD.
LE ATTESTAZIONI DI CONFORMITÀ DEL REPORTING
In questo contesto, le attestazioni di conformità del reporting previsto sono cruciali per garantire la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni divulgate dalle aziende. Queste attestazioni verificano che le imprese abbiano effettivamente condotto una due diligence accurata sui loro impatti ambientali, sociali e di governance (ESG). Assicurano che le attività e i processi aziendali rispettino gli standard di sostenibilità e che i rischi associati siano stati adeguatamente identificati e mitigati. In tal modo, le attestazioni di conformità non solo rafforzano la credibilità delle aziende agli occhi degli investitori, dei clienti e degli altri stakeholder, ma contribuiscono anche a promuovere pratiche aziendali più responsabili e sostenibili.
Per maggiori informazioni sul reporting in merito alla CSDDD: info@asacert.com