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Falsa partenza per l’Ecobonus

Nello sport, la falsa partenza è una partenza compiuta dall’atleta prima del colpo di pistola sparato dall’arbitro oppure al segnale di via. Qui la gara che si deve vincere riguarda la ripartenza del paese, quello vero, fatto di aziende soprattutto di piccole e medie dimensioni, che stentano a vedere un futuro e molte hanno già abbandonato la gara. La falsa partenza è rappresentata dalle norme che presiedono al rilancio.

Tutto è stato annunciato, poi anche scritto, ma molte delle misure per il rilancio sono ancora ferme ai blocchi di partenza, mancando i decreti attuativi che rendono davvero operative le disposizioni del Governo.

Intanto è il 1°Luglio, giorno in cui entra in vigore l’ecobonus al 110%, manca il “Via” alla partenza della gara rappresentato, appunto, dai provvedimenti attuativi delle Entrate, per cui i contribuenti al momento non possono utilizzare l’agevolazione fiscale.

Abbiamo già avuto modo di parlarne in precedenti news dell’ondata di entusiasmo che ha travolto il comparto edile, ai limiti dell’indigenza da oltre 10 anni. I provvedimenti sull’edilizia hanno rappresentato una ventata di ottimismo che ha fatto scaldare i motori dell’intera filiera. Una estenuante attesa che protrae la criticità spinta del già provato comparto, che dal 2008 al 2017 ha fatto registrare 539 mila posti di lavoro in meno in Italia. Secondo l’analisi dell’Osservatorio OICE-Informatel sulle gare di progettazione emesse nel periodo 9 Marzo-9 Aprile, conseguentemente alle restrizioni anti-covid19, su 324 gare di progettazione (per un importo di 84,6 milioni), ne sono state rettificate (sospese o prorogate) il 34,9%, per un importo di circa 12 milioni (il 14,6% del valore totale delle gare del periodo considerato).

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Man mano che passano le settimane, l’entusiasmo sta cedendo il passo allo scetticismo. L’agevolazione prevista dall’articolo 119 del decreto Rilancio riguarda una detrazione al 110% che si applica a determinate tipologie di lavori edili (come ad esempio l’isolamento termico delle facciate e la climatizzazione degli edifici in chiave green), dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021.

La norma, in linea con la nota tradizione burocratica del nostro paese ostile a processi snelli e celeri, prevede che le modalità attuative per la detrazione o, in alternativa, per lo sconto in fattura o cessione del credito (articolo 121 del decreto), siano stabilite da provvedimenti attuativi dell’Agenzia delle Entrate che, sempre in base al testo del decreto, dovevano già essere stati pubblicati (erano previsti entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, avvenuta il 19 maggio).

L’Ecobonus resta comunque applicabile alle spese sostenute dal primo luglio.

È evidente che i provvedimenti attuativi sono elementi fondamentali per capire esattamente in che modo effettuare le procedure per il diritto all’agevolazione: le procedure necessarie, i requisiti tecnici dei progetti, i limiti di spesa dei singoli interventi e i sistemi di controllo per prevenire abusi, tutto ciò entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto Rilancio. In pratica, quindi, fino a quando non ci saranno tali circolari delle Entrate non ci sono le condizioni per applicare l’agevolazione. Il provvedimento dovrà anche occuparsi di tutte le regole dello sconto in fattura e della cessione del credito, i due meccanismi che rendono particolarmente conveniente l’agevolazione. Ci si aspetta, però, che sconto in fattura e cessione del credito vengano regolamentati in modo da non penalizzare le piccole e medie imprese, vista la minore liquidità a disposizione rispetto ai grandi players del comparto.

Nel complesso, secondo uno studio della fondazione Openpolis, i 13 decreti legge emanati dall’Esecutivo per far fronte all’emergenza Coronavirus richiedono 165 decreti attuativi e l’intervento di 17 ministeri per diventare operativi. Ad oggi, però, soltanto 31 ne sono stati approvati, il che vuol dire che molti degli aiuti riconosciuti, come quelli relativi all’ecobonus, sono rimasti su carta poiché ancora non realizzabili.

Fabrizio Capaccioli
MD ASACERT

“A conti fatti, quindi, soltanto un decreto su 5 dei decreti attuativi necessari per rendere le misure anti-Covid operative sono stati approvati. Siamo ancora fermi, dunque, ai blocchi di partenza. Le misure varate dall’Esecutivo per rispondere alla crisi scatenata dalla pandemia, richiedevano efficacia e tempestività. Il comparto edile non può più attendere. Mai come in questa fase il gap tra comunicazione e realtà sembra una voragine, che necessita di essere colmata a partire da una incisiva, direi epocale, opera di semplificazione e sburocratizzazione delle procedure che presiedono alla realizzazione di opere edili, che rappresentano il 54% dei tempi legati alla realizzazione dei progetti. Snellire i processi affidando l’espletamento dei controlli tecnici ad organi terzi ed accreditati come ASACERT, aiuterebbe non poco l’innovazione e l’efficacia del management delle procedure edili, affetto da una patologia cronica che attanaglia da troppo un settore che rappresenta(va) l’8% del PIL italiano.”