Cambiamento climatico: sfide, opportunità, azione. I temi del 50° anniversario della Giornata della Terra, ricorso ieri 22 aprile, al tempo del Coronavirus.
Antropocene, il nome dato dagli scienziati all’attuale era geologica, poiché contrassegnata dal forte impatto dell’azione umana (spesso vandalica) sul pianeta.
L’umanità sta revisionando i vecchi paradigmi per elaborare una nuova visione individuale e collettiva. In un tempo in cui la discontinuità sembra essere l’unica regola, ci si sforza di trovare nuovi e più armonici equilibri a cui ispirarsi, per un neo-Illuminismo, fatto di consapevolezze sempre più condivise. In questo contesto rimodulato anche i beni fondamentali sono revisionati, purchè lo siano in una chiave nuova, in sintonia con l’ambiente circostante, con una lettura quasi olistica del nuovo benessere umano: gli individui trovano il loro vero equilibrio solo sulla base delle interrelazioni e delle interdipendenze funzionali tra le parti con cui interagiscono e con l’ambiente in cui svolgono le loro attività quotidiane.
È di qualche settimana fa la pubblicazione di una ricerca ad opera della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) in cui si analizza l’impatto dell’inquinamento sulla diffusione del patogeno, scomodo e indesiderato ospite della nostra Italia, la cui diffusione geografica sarebbe da correlare ai livelli di particolato atmosferico, che fungerebbe da vettore per il trasporto di molti contaminanti, virus compresi. Il Presidente dell’associazione, il Prof. Alessandro Miani, afferma che le elevate concentrazioni di particolato atmosferico osservate nella Pianura Padana, hanno esercitato un’azione di “carrier”, una sorta di tappeto volante, per la diffusione del Corona Virus.
D’altronde, se da un lato l’Italia primeggia nella triste Euro-chart sui decessi prematuri causati da biossido di azoto (NO2, 14.600 persone), seguita da Germania (11.900 persone) e Regno Unito (11.800 persone), dall’altro il nostro Paese è leader nell’economia circolare, che punta alla riduzione del consumo di materiali, suolo, risorse naturali, ma che spalanca nuovi scenari occupazionali grazie a metodologie green anche nel campo delle infrastrutture, dei trasporti e dell’edilizia.
Non possiamo più assistere passivamente. “Abbiamo l’obbligo di essere attori responsabili, sulla scia di un’emergenza, che ha solo accelerato un improcrastinabile cambio di visione e prospettiva su un mondo tutto nuovo e non solo per le generazioni future. È vitale trovare un equilibrio tra l’economia, le produzioni e il rispetto per la natura, non solo ideologiche e di principio, ma concrete e attuabili. Si tratta di diffondere e mettere in atto una best practice di stili di vita virtuosi, quanto necessari, ora e adesso.” Il pensiero di Fabrizio Capaccioli – AD di ASACERT.
ASACERT fa della sua mission l’essere un valore aggiunto per le imprese, partecipare al loro sviluppo e ai loro obiettivi. Questo si concretizza nell’offerta di un’ampia gamma di servizi che, se da un lato sono utili per dimostrare la compliance alle normative vigenti in determinati settori e attività, dall’altro è innegabile che abbiano risvolti positivi in termini di sostenibilità ambientale.
Tra questi troviamo sicuramente la certificazione ISO 14001 “Specifiche per il Sistema di Gestione Ambientale”, il cuore degli standard della serie ISO 14000; le Organizzazioni che implementano tale Sistema di Gestione si impegnano a ridurre l’impatto ambientale delle attività svolte dalla propria azienda e mirano ad incrementare la fiducia dei propri stakeholder dimostrando l’impegno profuso per la sostenibilità.
Per quanto riguarda la tematica dell’energia è impossibile non citare la norma UNI CEI EN ISO 50001:2011 “Sistemi di gestione dell’energia” che definisce i requisiti per creare, avviare, mantenere e migliorare un Sistema di Gestione dell’Energia che consenta all’Organizzazione un controllo puntuale e sistematico delle proprie prestazioni energetiche, riducendo i costi, efficientando i consumi e salvaguardando le risorse energetiche a livello globale.
Anche sul fronte delle costruzioni si comincia, ad esempio, a pensare e progettare un’edilizia a misura d’uomo, una sorta di antropo-edilizia, come nel caso del progetto pionieristico di UPTOWN a Milano, per cui ASACERT era tra gli Organismi di Verifica. Si tratta del primo progetto registrato nel nostro Paese ai fini della certificazione in linea con il Protocollo GBC Quartieri. Si tratta di una certificazione sviluppata per il territorio italiano sulla base di LEED, il protocollo internazionale più diffuso al mondo, e che promuove tra gli obiettivi primari le prestazioni di sostenibilità ambientale del territorio, delle infrastrutture, delle dotazioni e degli edifici sostenibili.
“È il momento di mettere in atto piani d’azione per potare sprechi, inventare nuove soluzioni, tracciare la via, quella che ci porterà fuori da questa tempesta, per ripartire con visione del futuro e concretezza operativa. Finalmente vediamo il nostro nuovo domani, lo stiamo percorrendo con nuove consapevolezze, ma da sole non bastano, occorrono guide certe, competenti. Ci viene in soccorso l’antica sapienza di Seneca, secondo cui non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, conclude Capaccioli.