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ASACERT PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Oggi, nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo il dovere di fare una riflessione più approfondita sulla condizione delle donne nelle realtà aziendali e organizzative.

Una recente indagine* ha analizzato come il mercato del lavoro femminile, purtroppo, non offra ancora prospettive positive e sicure. È quindi fondamentale affrontare con serietà e urgenza, i dati e le tematiche legati alla violenza di genere sul posto di lavoro.

Prendendo i dati ISTAT del 2024, su un campione di persone di età compresa tra i 14 e i 70 anni, è emerso che tra il 2022 e il 2023 circa 2,3 milioni di lavoratori italiani hanno subìto almeno una forma di molestia sul lavoro, che sia fisica o psicologica.

Di questi, l’81,6% sono donne.

Le forme di molestia sessuale sono particolarmente rilevanti, il 12,1% delle donne (contro l’1,8% degli uomini) hanno dichiarato di aver ricevuto sguardi inappropriati, proposte indesiderate, commenti o richieste sessuali.

Contando che circa 2,68 milioni di donne italiane hanno subìto un ricatto sessuale, per l’ottenimento di una posizione lavorativa o un avanzamento di carriera.

Secondo uno studio portato avanti da Fondazione Libellula, nel 2023, che raccoglie il punto di vista degli uomini sulla discriminazione di genere e sulla violenza contro le donne sul luogo di lavoro , si è constatato che la discriminazione di genere e la violenza sul lavoro sono strettamente legate agli stereotipi di genere: il 71% degli intervistati ritiene che nel proprio ambiente di lavoro i ruoli e le mansioni siano spesso suddivisi in base al genere e il 73% rileva che gli uomini abbiano maggiori opportunità di carriera rispetto alle donne.

Le conseguenze?

Secondo i dati, le molestie e la violenza sul posto di lavoro non sono solo un problema per le vittime dirette, ma danneggiano anche l’intero ambiente lavorativo.

Si parla di conseguenze psicologiche, che hanno effetti visibili sul benessere psicologico e sulla salute complessiva delle persone coinvolte. Stress, ansia, depressione, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione sono solo alcuni dei disturbi psicologici che possono insorgere sia nelle vittime dirette, ma anche in coloro che sono testimoni di questi abusi.

Tali conseguenze vanno oltre la sfera individuale influendo nelle dinamiche di un intero sistema organizzativo: si verifica un aumento di assenteismo, un alto turnover dei dipendenti, la diminuzione della produttività e una ridotta soddisfazione sul lavoro. Compromettendo l’assunzione e la fidelizzazione delle lavoratrici, in quanto scelgano di lasciare il proprio ambiente di lavoro insostenibile, anche in assenza di alternative economiche.

Cosa fare per contrastare la Violenza di Genere?

Nonostante le evidenti e ancora forti difficoltà presenti nei luoghi di lavoro, sembrano verificarsi dei piccoli progressi.

Le organizzazioni stanno cominciando a implementare politiche e programmi che promuovano un ambiente paritario e tutelino i diritti delle donne.

La Missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che con la certificazione UNI/PdR 125:2022 promuove le “Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere”, spinge le aziende ad adottare politiche che favoriscano la parità di genere e l’empowerment femminile.

Ad oggi, si stima che la UNI/PdR 125:2022 ricopra il quarto posto in Italia per la diffusione tra le imprese, un dato positivo che testimonia una maggiore sensibilità verso le tematiche di genere e di responsabilità sociale.

Sicuramente su questo lato i dati sono molto positivi: sono 16mila i siti aziendali certificati dagli organismi terzi accreditati e sempre più nuove organizzazioni hanno già iniziato un percorso per applicare la Prassi di Riferimento.

Grazie all’esperienza maturata in questi due anni, UNI e ACCREDIA hanno redatto un nuovo documento di supporto per tutte le aziende che vogliono intraprendere questo percorso di certificazione per la parità di genere.

Un testo che offre chiarimenti su aspetti operativi e informazioni specifiche, rispondendo ai dubbi più ricorrenti relativi alla certificazione e alla valutazione delle performance.

Sebbene strumenti come la certificazione UNI/PdR 125:2022 ed eventuali programmi e percorsi formativi, siano fondamentali per promuovere ambienti di lavoro inclusivi e non discriminatori, essi rappresentano solo una parte del percorso. È necessario sviluppare un cambiamento culturale che sia alimentato da una consapevolezza diffusa sui benefici della parità di genere, non solo per le donne, ma per l’intera comunità.

L’impegno verso l’equità deve riflettersi nelle narrazioni mediatiche, nelle pratiche di assunzione e promozione, e nelle leggi che regolano i diritti dei lavoratori. Solo attraverso una trasformazione culturale (e innovativa) che abbracci questi valori si può sperare di costruire un futuro equo e paritario.

ASACERT, ente accreditato per la certificazione sulla parità di genere, supporta le aziende in questo fondamentale percorso di crescita impegnandosi nel processo di affermazione dei diritti delle donne, nella società e nel mercato, affinché le disuguaglianze di oggi siano solo storia, domani.

*WeWorld; Ipsos – contributo di Fondazione Cariplo – (2024) Non Staremo al nostro posto: Per il diritto a un lavoro libero da molestie e violenze