Oggi si celebra la Festa della Donna e ASACERT vuole dedicare il suo pensiero alle donne che stanno lottando per la propria vita e quella dei propri cari nel dramma della guerra in Ucraina.
Davanti ad accadimenti come questi ognuno è chiamato a fare la propria parte, al fianco di tutte le donne che, nel mondo, combattono per la difesa dei propri diritti e delle proprie libertà.
Quella dell’8 Marzo è un’occasione per ricordare come, sia nel nostro Paese che nel mondo intero, la parità di genere sia ancora un obiettivo lontano dall’essere raggiunto e come sia sempre più importante attuare solide azioni di miglioramento della situazione sociale e lavorativa della donna nel mondo.
ASACERT si pone da sempre in prima linea per la parità di genere nel mondo del lavoro, oltre che sociale, facendo del proprio contesto lavorativo un luogo di crescita e prosperità professionale per le donne. All’interno di ASACERT sono infatti le donne a rappresentare la maggioranza, ricoprendo anche ruoli all’apice dell’organigramma. Non è più solo una questione di giustizia, ma ha anche di impatto sulla redditività delle aziende. “Avere un maggior numero di donne in posizioni dirigenziali o nel consiglio di amministrazione è associato a una maggiore redditività aziendale rispetto al loro settore“. Questa è la conclusione cui è giunto il team GS Sustain di Goldman Sachs Asset Management dopo aver analizzato i comportamenti registrati dalle aziende per un decennio.
“Non si tratta di garantire solo parità di genere, ma di essere anche conformi alle aspettative di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e dare seguito a quei criteri ESG, sempre più fattori dominanti di management aziendale. In ASACERT valorizziamo il fondamentale contributo delle donne in azienda, che rappresentano una risorsa ineguagliabile e, di questo, ne siamo fermamente convinti. Combattiamo concretamente, secondo la nostra visione, qualunque tipo di discriminazione di genere, per accrescere valore e prospettive in ogni ambito della vita sociale, lavorativa ed economica.” La dichiarazione di Fabrizio Capaccioli – Amministratore Delegato ASACERT.
Tuttavia in Italia e nel mondo la situazione occupazionale è ben lontana dal raggiungimento della parità di genere e l’emergenza pandemica non ha fatto altro che inasprire ulteriormente le disuguaglianze.
Nel “Progress on the Sustainable Development Goals: The gender snapshot 2021” delle Nazioni Unite, si stima che nel mondo, durante la pandemia, le donne abbiano subito una perdita considerevole di posti di lavoro rispetto agli uomini. Il numero di donne occupate è diminuito di 54 milioni e 45 milioni hanno lasciato del tutto il mondo del lavoro.
In Italia la disparità di genere è ancora una realtà tangibile: secondo l’ISTAT le donne occupate sono 9 milioni 650mila, mentre gli uomini 13,1 milioni.
Per questo il PNRR ha affiancato ai progetti di digitalizzazione, transizione ecologica e innovazione progetti di promozione della parità di genere. Il Piano individua la parità di genere come una delle tre priorità trasversali perseguite in tutte le missioni che lo compongono. È per questo che sono stati rafforzati anche gli strumenti a sostegno della creazione e dello sviluppo di imprese a prevalente o totale partecipazione femminile, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2026 una posizione migliore per l’Italia nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’EIGE (‘Istituto europeo per l’uguaglianza di genere).
In Italia, dunque, le risorse per attivare il miglioramento concreto della situazione socio-economica delle donne sono in aumento, a conferma della presa di coscienza delle problematiche derivanti dalle disparità sociali: oltre ai fondi stanziati dal PNRR, il Fondo Impresa Femminile (articolo 1, comma 97, della legge 30 dicembre 2020, n. 178) garantisce ulteriori finanziamenti, con una dotazione di 40milioni di euro a sostegno del contributo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese.
In questo scenario risulta dunque fondamentale un’azione decisa da parte dei governi: entro il 2030, oltre 150milioni di donne potrebbero uscire dalla povertà se venisse attuata una strategia globale per migliorare l’accesso all’istruzione e alla gestione familiare e ottenere salari equi. Le donne dovranno essere poste al centro di ogni aspetto della vita sociale e lavorativa, anche attraverso leggi, politiche e budget adeguati.
Tuttavia, le donne presiedono solo il 18% dei comitati governativi per gli affari esteri, la difesa, le finanze e i diritti umani e la loro voce non viene sempre ascoltata.
Dal 2016 le Nazioni Unite, con la sottoscrizione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, si battono per porre fine a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze e garantirne la partecipazione e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica (Obiettivo 5). È solo grazie al costante e congiunto impegno di governi, istituzioni e realtà come Asacert, che sarà possibile raggiungere gli obiettivi di inclusione, sviluppo e di pari opportunità per le generazioni future.